La tragedia del Traforo, "Mi dispiace tanto, chiedo scusa a tutti"

Il giovane che ha investito il ciclista spera di poter incontrare presto la sua famiglia / LE FOTO / IL COGNATO: "L'HA AMMAZZATO. ORA UNA PUNIZIONE ESEMPLARE" / INVESTITO DA UN'AUTO IN GALLERIA: MORTO UN CICLOAMATORE

Giuseppe Bini rappresentante di filati, travolto in bici sulla Porrettana

Giuseppe Bini rappresentante di filati, travolto in bici sulla Porrettana

Prato, 15 settembre 2014 - IL GIORNO DOPO la tragedia nel Traforo della Collina, sulla Porrettana, è, se mai fosse possibile, ancora più duro. Il giovane che era alla guida dell’auto che ha travolto senza scampo Giuseppe Bini, 49 anni, rappresentante di tessuti, noto e apprezzato in tutto il distretto tessile, utilizza Facebook per esprimere tutto il suo rincrescimento e tutta la sua disperazione e chiede di poter incontrare, presto, la famiglia di Giuseppe. Ma i tempi non sono pronti, è l’immediata risposta, poichè le parole del giovane hanno rapidamente attraversato la rete, perchè alla famiglia di Bini preme, ora, conoscere la verità, e attende con fiducia gli esiti delle indagini della magistratura pistoiese.

«SE TORNASSI indietro preferirei morire io al suo posto». E’ con queste parole che Sebastiano Martini, 27 anni, pistoiese, studente di scienze infermieristiche, interviene sulla pagina Facebook di Pistoia del quotidiano «Il Tirreno», commentando la notizia del tragico incidente di sabato mattina. Poco dopo le dieci, mentre era alla guida della sua auto, una Golf di colore nero, per cause che saranno definitivamente chiare dopo i rilievi che sono in corso da parte dei carabinieri, il giovane ha investito, senza scampo, Giuseppe Bini. L’uomo era in sella alla sua bici, insieme agli amici cicloamatori di Prato stava facendo il «giro dei due bacini». Si era staccato dal gruppo, che si era fermato per aspettare uno dei ciclisti rimasti indietro. Bini è stato investito nella parte meno illuminata della vecchia galleria sulla Porrettana, non indossava elementi catarifrangenti, si è appreso.

«LA VISIBILITÀ all’interno è scarsissima — scrive ancora Martini —. Il ciclista non aveva una luce o qualcosa che lo rendesse visibile. Sulla destra c’è pieno di buche. Io mi sono ritrovato questo povero sciagurato che, vuoi per evitare una buca, vuoi per una qualsiasi altra ragione si è spostato sulla sinistra precisa sull’angolo del mio cofano. Cosa avrei dovuto fare? Mi dispiace tanto per lui e per la sua famiglia, con la quale spero di poter parlare presto. Chiedo scusa a tutti, per l’accaduto e per lo sfogo».

I COGNATI di Giuseppe Bini, Simone (fratello della moglie) e Paola Milanesi, ieri sono tornati sul luogo della tragedia (e l’altro cognato, Stefano Milanesi, ha portato un mazzo di fiori), e hanno rifatto lo stesso percorso di Giuseppe.

«SU QUELLA STRADA — fanno sapere —, percorsa alla velocità adeguata, si può evitare chiunque, un ciclista si vede benissimo anche all’interno della galleria. E’ bene — sottolineano riferendosi al giovane conducente — evitare dichiarazioni fuori luogo e lasciare che la magistratura faccia il suo corso».

ANCHE il ciclista che era subito dietro a Giuseppe, Massimo Bruschi rileva un’altra circostanza, e cioè la presenza di un camion dell’Anas non segnalato adeguatamente, con operai al lavoro, che occupava una corsia.  «Può — si chiede Bruschi — essere considerata una concausa? Confermo — fa sapere — l’elevata velocità della Golf, e mi domando perché i carabinieri non mi abbiano ancora chiesto una testimonianza».

SUL fronte delle indagini oggi, con tutta probabilità, il magistrato inquirente, sostituto procuratore Fabio Di Vizio, conferirà l’incarico al medico legale che effettuerà l’autopsia sul corpo della vittima, ancora a disposizione della magistratura pistoiese. L’esame contribuirà alla ricostruzione di questa tragedia.