Sclerosi multipla, i pazienti protestano. «Costretti a curarci stando in piedi»

Grido d’allarme dell’Aism: ‘In ospedale mancano perfino le sedie’

Nuove polemiche sull’ospedale: in questo caso arrivano dall’Aism

Nuove polemiche sull’ospedale: in questo caso arrivano dall’Aism

Prato, 17 aprile 2017 - TERAPIE in piedi, prelievi di sangue nel corridoio e pazienti stipati in un’unica stanza, troppo piccola per sostenere il numero di accessi giornalieri. Avere un letto o una sedia per mettersi comodi durante la somministrazione della cura? Quasi impossibile. I problemi di spazio al Santo Stefano non riguardano solo il pronto soccorso, ma anche il day hostpital di neurologia, uno dei reparti più importanti del nuovo ospedale. La segnalazione arriva dall’Associazione italiana sclerosi multipla di Prato. «Le nostre terapie sono molto particolari – spiega Silvana Barni, socia di Aism – Vengono somministrati farmaci piuttosto forti che provocano stanchezza e sonnolenza. Noi pazienti dovremmo ricevere queste cure a letto, come previsto dalla delibera regionale. E invece spesso i letti non sono disponibili, dobbiamo lottare anche solo per avere una poltrona o una sedia a cui appoggiarci, con persone costrette a svolgere la terapia in piedi, a volte anche nel corridoio». I disagi per i pazienti sono iniziati da quando è stato realizzato il nuovo ospedale. «Inizialmente erano previste due stanze per il ricovero diurno – commenta Simona Bilenchi, altra socia di Aism – Poi evidentemente hanno dovuto ridurre lo spazio.

Al Misericordia e Dolce avevamo un’area riservata con una decina di letti a disposizione. Adesso invece ci troviamo ad arrancare, con troppi pazienti stipati in un unico locale. A lamentarsi è anche il personale medico e infermieristico, questa situazione è imbarazzante per tutti». L’Aism di Prato fa leva sulla delibera regionale numero 525 del 2004 che impone un percorso assistito per i pazienti. «L’ordinanza – commenta Silvana Barni – prevede che i malati di sclerosi multipla debbano essere seguiti da un team multidisciplinare, con un infermiere e un neurologo dedicato. Neurologo che invece, al nuovo ospedale, deve fare la spola tra il reparto e il pronto soccorso, con visite e turni in corsia». Secondo gli ultimi dati, a Prato le persone con sclerosi multipla sono 450 l’anno, di cui almeno 70 devono accedere al day hospital del Santo Stefano.

Alessandro Pistolesi