Casa di Marta, insorgono i sindacati. Licenziamenti e stipendi dimezzati

Martedì previsto un incontro con l'Asl

Una coppia di anziani

Una coppia di anziani

Prato, 30 luglio 2016 - Estate molto calda per i soci e dipendenti della Cooperativa La Casa di Marta, che gestisce il terzo piano della Rsa Casa di Marta del consorzio Astir. Una procedura di licenziamento collettivo per 6 unità di personale, e come se non bastasse il pagamento del 50% della retribuzione. Questo è quello che sta vivendo in queste ore il personale della cooperativa, che svolge l’assistenza all’interno della Rsa. «Un fatto gravissimo» denunciano Cisl Funzione Pubblica e Uil Funzione Pubblica, tanto da costringerle ad indire lo stato di agitazione del personale, come conseguenza naturale del mancato accordo sulla procedura di licenziamento. «Gli esuberi sono in parte da ricondurre alla sospensione da parte della Azienda Ask del servizio sulla Rsa di Narnali, ed in parte ad una organizzazione e gestione poco comprensibile della intera struttura, con una divisione netta e poco funzionale tra piani e cooperative. Alla richiesta unitaria d’informazione sullo stato di salute della cooperativa, e su quando sarebbe stato recuperato il salario non erogato, ci è stato risposto con un punto interrogativo». «Non abbiamo nessuna intenzione di cedere su questa battaglia – dichiarano le lavoratrici – abbiamo sempre fatto il nostro con coscienza e correttezza, e non accetteremo di pagare un prezzo così alto, per le scelte imprenditoriali sbagliate fatte dalla cooperativa e dallo stesso consorzio Astir». 

I sindacati hanno con forza richiesto un tavolo con l’Asl che ha convocato con urgenza Cisl e Uil martedì, dove chiederemo un percorso definitivo per il personale impiegato sulla Rsa di Narnali fino a giugno 2015, ancora in carico alla cooperativa, e di scongiurare che il clima all’interno della Rsa Casa Di Marta, diventi ulteriormente incandescente, visto le prerogative e la crescente preoccupazione da parte dei partenti degli ospiti della struttura, che in questi giorni hanno comunque difeso l’ottimo lavoro di tutti gli operatori. Dal tavolo con l’ufficio Provinciale del lavoro è arrivato l’accordo per la proroga per i termini dei licenziamenti, ma questo non risolve il problema degli stipendi, e di come i lavoratori stanno facendo fronte ai bisogni delle famiglie. «Ci attendiamo – dichiararano Christian Paci della Cisl e Patrizia Pini della Uil – che dal tavolo con l’Asl possa arrivare una risposta positiva e doverosa nei confronti di queste lavoratrici e lavoratori»