Asl, chiude l’ufficio protocollo. "I rimborsi si presentano a Firenze"

Disagi in vista per i pratesi. Incerta la sorte degli amministrativi

Prato perde un altro servizio

Prato perde un altro servizio

Prato, 28 giugno 2016 - Le fusioni pare che non facciano bene alla salute di Prato con i servizi che rischiano di migrare verso altre realtà limitrofe, facendo ripiombare la città allo stato di periferia fiorentina. E’ il caso dell’ufficio protocollo dell’ex Asl 4 che, a quanto è emerso nell’assemblea dei sindacati Cgil-Cisl-Uil con i dipendenti amministrativi incerti sul loro destino, presto chiuderà i battenti. Un servizio, quello del protocollo, al quale afferiscono i cittadini che fanno richiesta dei rimborsi per le prenotazioni di esami differiti nel tempo a cui le Asl debbono riconoscere il bonus da 25 euro per non aver erogato la «prima» visita specialistica entro 15 giorni dalla richiesta. O un determinato esame in 30 giorni.

«A questo ufficio fanno ricorso almeno una ventina di cittadini alla settimana - dice Sandro Malucchi della Fp Cgil - e con la sua imminente chiusura i 220.000 cittadini pratesi dovranno affidarsi alle poste o recarsi ad uno dei 10 analoghi uffici presenti sul territorio fiorentino, compresi quelli di Sesto Fiorentino (49.000 abitanti) e Scandicci (50.500 abitanti)». Un «taglio» al servizio che arriva come effetto domino per le incertezze che gravano sul destino dei 236 amministrativi dell’ex Asl pratese: ad oggi la direzione pare che non abbia ancora identificato quali servizi e quali mansioni saranno affidate agli impiegati pratesi. «Le avvisaglie non sono foriere delle migliori prospettive come è risultato dall’incontro con i lavoratori - aggiunge Malucchi -, incontro al quale erano presenti un centinaio di dipendenti». «Questi ultimi hanno richiesto - dicono Malucchi (Cgil), Massimo Cataldo (Cisl) e Patrizia Pini (Uil) - all’aslona di identificare quali siano i servizi amministrativi che saranno effettuati a Prato con i relativi addetti amministrativi individuati nei numeri e nei profili professionali». Le stesse organizzazioni sindacali puntano il dito contro questa scelta «di chiudere l’ufficio protocollo, in particolare per l’impatto che ciò avrà con l’utenza che perderà l’opportunità di avere sul territorio un servizio importante per i cittadini e per le loro richieste».

Dunque, Prato periferia fiorentina? «Non pare una provocazione ma un dato di realtà. Si trasferiscono lavoro e lavoratori, senza per altro rispettare le intese sottoscritte soltanto il febbraio scorso, e si impoverisce il territorio di servizi, competenze e risorse umane», chiosa Malucchi. Disagi anche per i celiaci: il rimborso tramite buoni per gli oltre 400 celiaci pratesi verrà richiesto protocollando la domanda altrove. «La chiusura del protocollo non avviene in un progetto di digitalizzazione – spiega il sindacalista Cgil - Invec, gli uffici fiorentini rimangono aperti al pubblico. I 236 impiegati che rischiano il trasferimento coatto in altre ex Asl sono il segnale di un’ annessione di Prato a Firenze. Qualcosa su cui la politica locale deve interrogarsi senza altri tentennamenti».