«Voglio solo giustizia per mia sorella che è stata massacrata di botte»

Parla il fratello della 50enne trovata morta nell’ottobre scorso nella villa della Querce Il marito 39enne, che non era mai piaciuto alla famiglia di lei, è in carcere incastrato dalle intercettazioni

Marinella BertozziMarinella Bertozzi

Marinella BertozziMarinella Bertozzi

Santa Croce, 5 marzo 2015 - Ora che il marito è in carcere a Sollicciano, Roberto Bertozzi rompe ogni indugio: «Ho sempre e solo chiesto giustizia per mia sorella, perchè che non era morta di un malore io l’ho sempre sostenuto, da quella sera, quella maledetta sera». Roberto Bertozzi, fratello di Marinella, non nasconde la soddisfazione per le indagini che hanno subito un’accelerata negli ultimi due mesi e mezzo, fino alla svolta di ieri, con l’arresto di quel marito più giovane, sposato da poco più di un anno, e fatto entrare nella sua vita e nella villa della Querce quando i genitori erano morti tutti e due. Quel marito 39enne che aveva con Marinella un rapporto che ai familiari della donna, originaria di San Miniato, non era mai del tutto piaciuto e non l’aveva mai convinti. «Sono stati mesi difficili, durissimi – ammette Roberto Bertozzi, titolare della conceria Myzar di Santa Croce nella quale aveva lavorato a lungo anche la sorella – Ho perso la mia Marinella e ho chiesto solo giustizia: di passi avanti in questa direzione ne sono stati fatti e importanti. Sono, anzi siamo, io e mio figlio, soddisfatti». Era statoproprio Roberto a far scattare le indagini, a non voler credere che Marinella fosse morta per cause naturali. Lui che l’aveva trovata nella villetta in via delle Ceppate nuda e coperta da un lenzuolo. Era stato il marito della donna, Giacomo Benvenuti, operaio conciario, a chiamarlo quando lei era già cadavere, verso le 23 di quel 30 ottobre. E proprio Roberto sul corpo della sorella vide quelle lesioni che sono state poi riscontrate nell’esame autoptico disposto dalla Procura di Firenze. Il giorno dopo il decesso, il fratello, tutelato dall’avvocato Valentina Pinori, presentò denuncia contro ignoti per la morte di Marinella ai carabinieri di Fucecchio. È stato quell’atto che ha fatto scattare un’indagine su cui la magistratura con il massimo riserbo si è mossa celermente. L’avvocato Valentina Pinori aggiunge: «Il caso è complesso – ammette il legale della famiglia Bertozzi – Noi ci siamo mossi fin dal primo istante con il solo obiettivo di avere giustizia per Marinella, il che vuol dire appurare la verità sulla sua morte e su come andarono le cose quella sera». «Non ci siamo mossi verso qualcuno in particolare e con pregiudizi specifici – aggiunge – noi vogliamo che se un responsabile c’è, questo venga assicurato alla giustizia. E in questa direzione abbiamo prestato la massima collaborazione, per quanto possibile e ci compete, agli inquirenti». «Oggi – conclude l’avvocato – non possiamo che ringraziare la Procura ed i carabinieri per il lavoro che è stato fatto. Di più non posso aggiungere, le indagini non sono concluse, non abbiamo ancora potuto accedere agli atti del Pubblico Ministero. Non escludo che nei prossimi giorni prenderò contatti con la Procura di Firenze». Intanto l’avvocato Pinori conferma che ad oggi non sarebbe stato effettuato l’incidente probatorio chiesto dalla difesa del Benvenuti. L’arresto del marito della donna segue di tre settimane il sequestro del giardino della villa in cui la donna fu trovata morta, disposto dal Pm Sandro Cutrignelli che, nel dicembre scorso, 45 giorni dopo la morte di Marinella, indagò Benvenuti per omicidio volontario e maltrattamenti in famiglia.

Carlo Baroni