Micam, si cambia data e si «torna» vicino alle sfilate milanesi

Accolta la richiesta dei calzaturieri che hanno protestato per l’eccessivo anticipo Secondo giorno con maggiori presenze di operatori: buon afflusso di americani

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Milano, 2 agosto 2015 - Raggiunto l’accordo con la Fiera di Milano per cambiare la date della rassegna di settembre, aspramente criticate dagli operatori che non avevano gradito l’anticipo alla fine di agosto. Dal 2016 il Micam si tornerà a settembre inoltrato e sempre più a ridosso delle giornate della moda milanese. Una richiesta questa portata avanti anche dalla massiccia presenza del distretto pisano della calzatura alle fiera internazionale del settore che chiuderà venerdì. Paolo Nacci, presidente di «Toscana Manifatture», nuovo Consorzio dei calzaturieri della Provincia di Pisa – conta 70 associati che valgono 1000 addetti – aveva sottolineato quest’urgenza proprio in apertura della fiera, anche costatando una certa fiacca nell’avvio della manifestazione scossa, purtroppo, da nuove crisi internazionali. Prima tra tutte quella cinese dove il crollo della borsa ha immediatamente raffreddato il mercato e fermato la presenza degli operatori nella capitale della Lombardia. Un’edizione sotto tono - almeno rispetto alle attese - questa seconda edizione del 2015 che avrebbe dovuto confermare in pieno la ripresa. Invece conferma solo alcuni segnali positivi: Le esportazioni continuano a rappresentare il carro trainante del settore che esporta oltre l’85% della produzione. Le esportazioni sono aumentate del 3,1% in valore mentre in volume sono diminuite del 5,2%. I primi sei mesi del 2015 si sono chiusi però con il calo del 3,2% in quantità rispetto allo stesso periodo 2014, ma nella seconda parte del semestre, si è registrato un lieve miglioramento. Resta ancora negativa la domanda interna, in calo dell’1% in quantità e del 3,2% in spesa rispetto al primo semestre 2014, con prezzi medi in ribasso del 2,2%. Ieri, al secondo giorno, l’affluenza è cresciuta e si sono registrate buone presenze di europei e americani.

Carlo Baroni