La mano bionica bella come un'opera di design e intelligente

Viene impiantata senza intervento chirurgico. È stata ideata e realizzata in Italia, nell'Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa / GUARDA IL VIDEO / FOTOGALLERY

La mano bionica del Polo Sant'Anna Valdera (foto Germogli)

La mano bionica del Polo Sant'Anna Valdera (foto Germogli)

Pontedera, 13 aprile 2015 - È a tutti gli effetti la mano di un robot, bella come un oggetto di design e flessibile come se fosse umana: è la mano bionica di ultima generazione, più leggera ed economica delle mani robotiche oggi esistenti. È stata messa a punto in Italia, nell'Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ed è frutto del progetto 'My Hand', finanziato con oltre 400mila euro dal ministero per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca.

Impiantata senza chirurgia, la nuova mano bionica è morbida, colorata e leggera, per i ricercatori è il prototipo delle protesi del futuro, capaci di trasformare il pensiero in movimento.

"Questa volta abbiamo deciso di partire dall'involucro della mano robotica e per questo ci siano rivolti a dei designer, con l'obiettivo di ottenere per la prima volta un arto artificiale da esibire e non da nascondere", spiega il coordinatore del progetto, Christian Cipriani, di Lucca.

Il prototipo è nei toni del bianco, ma è possibile scegliere qualsiasi colore. Pesa poco più di 200 grammi contro i 500 di una protesi tradizionale ed anche il costo, osserva il ricercatore, promette di essere notevolmente inferiore rispetto a quelli attuali. La nuova mano robotica è il risultato del progetto My-Hand (Myoelectric-Hand prosthesis with Afferent Non-invasive feedback Delivery). Gusci di silicone, morbidi all'interno e più rigidi all'esterno, formano le dita e avvolgono il palmo. Quest'ultimo è costituito all'interno da sottili lamine di titanio avvolte come un nastro di Moebius, la superficie geometrica che ha un solo lato. A far funzionare la mano è il meccanismo hi-tech che si trova al suo interno, composto da tre motori e risultato del progetto europeo 'Way', nel quale lo stesso gruppo di ricerca ha realizzato un guanto robotico, ossia l'esoscheletro di una mano per restituire il controllo del movimento delle mani.

"Abbiamo pensato di utilizzare un numero minimo di motori per permettere alla mano di compiere tutti i movimenti della vita quotidiana", spiega l'ingegnere che li ha progettati, Marco Controzzi. Il prossimo passo darà la sperimentazione sull'uomo, con volontari disposti a utilizzare la mano robotica a casa loro per un mese. I tempi sono brevi (un mese al massimo) ed il primo volontario si è già offerto: è Mirco Menini, 32 anni, di Pisa. Ha già provato la mano nei test condotti finora. "Ho avuto una buona impressione - ha detto - ed è possibile fare più movimenti e afferrare oggetti più fini, come un foglio di carta".