Artigiano a giudizio per violenza sessuale sulla ex moglie

Santa Croce, l'uomo i sostiene che le accuse gli furono cucite addosso dalla donna con l'aiuto dei suoi familiari

Udienza davanti il primo collegio

Udienza davanti il primo collegio

Santa Croce, 17 maggio 2017 - Ora il processo è nella fase cruciale. Ma la storia giudiziaria di un artigiano di 51 anni, italiano, residente nel comprensorio del cuoio inizia i primi del 2013 quando la moglie marocchina si reca dai carabinieri e deposita una denuncia in cui lo accusa di maltrattamenti in famiglia, mancato sostentamento ai figli e violenza sessuale. Reati per i quali l’uomo è sotto processo a Pisa davanti il primo collegio presieduto da Piero Murano (a latere Mirani e Poggi). Nie giorni scorsi è stato sentito il fratello della presunta vittima che ha riferito alcuni episodi, in particolare uno in cui vide l’imputato costringere con violenza la moglie ad andare in camera da letto. Il giovane ha poi precisato di altre circostanze che invece gli sono state raccontate e degli spostamenti della coppia tra l’Italia e il Marocco. La prossima udienza, a fine mese, vedrà sfilare dieci testimoni. Poi, nell’udienza successiva, sarà sentito l’imputato – difeso dal penalista Andrea Pieri – che vuol far sapere al collegio la sua versione di questa storia che ha originato altri processi in corso a Pisa (uno a carico della ex moglie per lesioni nei suoi confronti e uno a carico sempre dell’artigiano per mancato sostentamento) e uno, invece, a Firenze a carico di alcuni familiari della ex moglie sempre per episodi connessi a questa storia.

L’artigiano e la donna si erano conosciuti nel 2005, e dopo pochi mesi erano sposati con rito musulmano, poi quando nel 2009 lui ottiene il divorzio dalla precedente relazione si sposano con rito civile. Successivamente i due aprirono anche un'attività in Marocco. Poi la loro storia va in tilt. All’amore – secondo le accuse – subentrano le violenze e arriva quella denuncia che porta l’uomo prima in carcere alcuni giorni, poi tre mesi a domiciliari, misura sostituita poi con il divieto d’avvicinamento alla moglie. Il 51enne i domiciliari li fece nell’alloggio di fortuna messo a disposizione da un amico. Ora ha voglia di parlare e di difendersi davanti ai giudici rigettando le accuse che, secondo lui, gli sono state cucite addosso dall’ex moglie e dai suoi familiari.