Cori e striscioni contro la macelleria islamica Proteste a San Miniato. «Fanno soffrire gli animali». L’azienda: «Non è vero»

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Proteste contro la nuova macelleria islamica

Proteste contro la nuova macelleria islamica

San Miniato, 15 settembre 2014 - STRISCIONI di protesta, bandiere di associazioni animaliste e megafoni, al grido di “No alla macellazione rituale”. Ieri pomeriggio davanti al cancello dell’azienda agricola Romilda di San Miniato si è riunito un corteo con più di cinquanta manifestanti. Oltre quel cancello, infatti, era in corso l’inaugurazione del centro privato di macellazione halal, che tanto sta facendo discutere. Dopo il passaparola su facebook, gli animalisti, provenienti da diverse regioni dello stivale, si sono dati appuntamento davanti all’azienda sanminiatese.  Molti di loro venivano da Roma, spinti da motivi etici diversi. Oltre a vegetariani a vegani, contrari a qualsiasi tipo di macellazione, erano presenti anche manifestanti contrari solamente alla macellazione halal, pratica considerata troppo dolorosa per l’animale. «Il taglio viene effettuato mentre l’animale è cosciente e soffre», ha spiegato uno dei manifestanti. Altri invece protestavano per la pratica religiosa, cogliendo l’occasione per scagliarsi anche contro altri riti come quello dell’infibulazione. In prima fila nella lotta per la tutela degli animali, Walter Caporale, presidente degli Animalisti Italiani: «In molti paesi la macellazione rituale non è consentita. Crediamo— continua Caporale — che sia vergognoso che in Italia ci sia un decreto legislativo che permette questo massacro: sono anni che chiediamo una discussione in parlamento su questi temi». Gli animalisti sono sul piede di guerra e minacciano di denunciare la Asl di competenza se arriveranno le autorizzazioni necessarie. Per il momento, infatti, manca ancora l’ultimo controllo per poter essere in regola, ma dovrebbe arrivare entro la fine della settimana secondo il titolare. Giovanni Cialdini dell’azienda Romilda si dice dispiaciuto per il clima di tensione che si è venuto a creare:«Stiamo chiedendo di poter svolgere un’attività nel pieno rispetto delle leggi vigenti. Abbiamo voluto dare spazio a questa comunità che vive nel comprensorio: vogliamo che sia anche un segno di integrazione e chiediamo un po’ di tranquillità». Dopo il taglio del nastro Cialdini ha mostrato alla comunità le zone adibite alla macellazione:«L’animale viene stordito con una pinza elettrica prima del taglio, proprio come in molti altri macelli». Gli animalisti però non ci credono.