Cesare, prima vittoria. Inizia il processo

Grazie all'impegno e al coraggio della famiglia

Cesare Meini

Cesare Meini

Pontedera, 4 maggio 2016 -  IL CAMMINO giudiziario che dovrà fare luce sulle circostanze dell’incidente stradale in cui perse la vita il 14 enne Cesare Meini di Ponsacco, è ufficialmente iniziato. Quella di ieri, in tribunale a Livorno, è stata la prima udienza, tutta tecnica e dedicata all’ammissione dei testimoni – per la parte civile deporranno anche tre persone che abitano sulla strada dove avvenne l’incidente e furono testimoni oculari – ma carica di grandi significati per la famiglia del ragazzino. Questo è un processo che non sarebbe mai iniziato se non ci fosse stata grande tenacia, determinazione e fiducia nella giustizia. Il caso è stato riaperto su richiesta della parte civile, dopo che era già stato archiviato. Siamo a Castiglioncello il 4 agosto del 2013, dove la famiglia Meini si trovava in vacanza.

Cesare viaggiava a bordo dello scooter e l’auto con cui ebbe l’incidente era una Citroen guidata da Marinella Marcacci, 54 anni di Capraia e Limite, che si trova ora sotto processo per omicidio colposo perché la morte del ragazzino sarebbe stata procurata, secondo la Procura di Livorno: «dalla condotta della signora che viaggiava contromano invadendo la corsia opposta occupata da Cesare Meini». Sarebbe stata dunque la Citroen della Marcacci per imprudenza o negligenza, ad urtare il motorino condotto da Cesare il quale venne sbalzato dalla sella e morì per le gravissime lesioni riportate. Un tragedia e un fiume di lacrime invase la Valdera e circondò la famiglia. Il caso, appunto, era già passato da un’archiviazione nel settembre del 2013. Poi, su richiesta della parte civile, sostenuta dall’esito di una perizia di parte, la Procura riaprì le indagini, ma il pubblico ministero Luca Masini (ora a Salerno), ancora una volta tornò ad insistere chiedendo l’archiviazione in quanto: «il sinistro si è verificato unicamente per la condotta imprudente di Cesare Meini». Ma allora fu il Gip ha rigettare in blocco la richiesta ordinando quell’imputazione coatta che ha portato all’apertura del processo che consentirà di fare chiarezza su tante circostante del tragico evento e sulla quale la famiglia attende risposta. Si torna in aula l’8 luglio con l’istruttoria dibattimentale del pm. In un’udienza successiva saranno invece sentiti i consulenti. Il processo si tiene davanti al giudice monocratico dottor Cardi. A sostenere l’accusa sc’è il pm Antonella Tenerani.