«Cercherò di essere un vescovo con l’odore delle pecore»

Ecco alcuni stralci significativi della lunga lettera del futuro vescovo di San Miniato alla Diocesi Don Andrea Migliavacca da Pavia di presenta come un autentico prelato dell’epoca di Papa Francesco

dom Andrea Migliavaccadom Andrea Migliavacca

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San Miniato, 6 ottobre 2015 - Sono cariche di significato le parole del lungo messaggio che don Andrea Migliavacca, vescovo eletto di San Miniato, ha inviato a quella ch sarà la sua nuova Diocesi. Ecco alcuni passaggi. «Carissimi fratelli, sorelle della diocesi di San Miniato, la sorpresa e lo stupore sono sentimenti, credo, che in questi giorni ci accomunano. Sorpresa e stupore per me, nell’apprendere la scelta di papa Francesco di nominarmi vescovo, vostro vescovo. Al papa va la mia gratitudine, per la fiducia che così esprime nei miei confronti. Sorpresa e stupore per voi che accogliete un nuovo pastore con una storia e un volto non ancora conosciuto». «Non posso nascondere anche la gratitudine verso la diocesi da cui provengo, Pavia. Al vescovo Giovanni Giudici, ai preti e ai laici che ho conosciuto in diverse occasioni, ai seminaristi, agli scout, ai miei genitori e familiari, agli operatori del tribunale ecclesiastico lombardo e a tanti amici mi sento legato da riconoscenza grande, certo che i legami autentici sono e rimarranno vivi – scrive don Andrea, il futuro vescovo – Mi sono chiesto in questi giorni come deve essere il vescovo in una comunità, cosa deve fare, quali scelte deve compiere; più ancora mi sono chiesto come dovrò essere io vescovo in mezzo a voi, come e cosa devo imparare. Mi ha aiutato a riflettere e a intravvedere la strada futura il Magistero di papa Francesco che più volte si è rivolto ai presbiteri e ai vescovi e ha richiamato loro lo stile di vita e di servizio nella comunità. Così allora mi immagino tra voi». «Cercherò di essere annunciatore e segno della misericordia di Dio. Stiamo per iniziare il Giubileo della misericordia, tempo che segna anche l’inizio del mio servizio tra di voi – aggiunge – Posso essere certamente testimone della misericordia che il Signore anzitutto ha esercitato verso di me, con la pazienza di chi accoglie, curando le ferite e incoraggiando nel cammino, con l’attenzione di chi non lascia mai soli, ma si fa vicino con la fantasia di chi ama. Cercherò di essere un vescovo “con l’odore delle pecore”. Questa nota immagine usata dal papa per descrivere il servizio dei presbiteri sollecita in me il modo di stare in mezzo a voi. Si tratterà di conoscere e di conoscervi, come il pastore evangelico che “chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori”». «Cercherò di guardare al centro dalla periferia perché, dice il papa, dalla periferia si vede meglio cosa c’è al centro. Vorrei dunque farmi vicino alle periferie geografiche ed esistenziali della nostra diocesi, con l’attenzione ai più poveri, agli ultimi e a chi soffre, accogliendo nello stesso tempo il senso profondo dell’invito del papa: al pastore sta a cuore la vita di tutti - conclude - Testimone della misericordia di Dio, con l’odore delle pecore, a partire dalla periferia… Compito arduo! Sono sicuro che questo è il mio desiderio, sono anche consapevole delle mie povertà e che vescovo così potrò diventarlo con l’aiuto vostro e della vostra preghiera, accompagnato dalla vostra pazienza e dalla collaborazione, nella schiettezza di un vero confronto e dialogo. E poi essere vescovo con questo stile sarà la meta che avrò sempre davanti, da guadagnare di nuovo ogni giorno. Mi incoraggia il fatto della recente beatificazione del “vescovo bianco”, il beato Pio Alberto Del Corona. Egli si distinse per le opere di carità, l’impegno nell’educazione della gioventù e nella formazione del clero; incoraggiò l’attività a sostegno delle missioni e favorì iniziative di carattere sociale. Grato fin d’ora a tutti voi, affidandomi alla vostra preghiera e alla protezione dei patroni della diocesi, san Genesio e san Miniato Martiri, vi benedico».