Cane avvelenato, torna l’incubo delle 'polpette'

Avvelenato un cane tra Peccioli e Capannoli

Cecilia Stolfi dell’ambulatorio veterinario di Treggiaia

Cecilia Stolfi dell’ambulatorio veterinario di Treggiaia

Pontedera, 2 luglio 2016 - Cane avvelenato nella campagna tra Peccioli e Capannoli, torna l’incubo in Valdera. Il proprietario dell’animale, Enrico Salvadori di Peccioli, aveva portato il suo cane, una femmina di sei anni di razza Lagotto romagnola di nome Dea, a fare un giro nella campagna tra Peccoli e Capannoli.

«Come sia avvenuto l’avvelenamento – dice la dottoressa Cecilia Stolfi che in qualità di veterinaria ha preso immediatamente in cura l’animale – al momento non è stato possibile stabilirlo perché la sostanza ingoiata no è stata rimessa come invece avviene di solito. Potrebbe essere stato un boccone gettato di proposito da qualche sciagurato, e quindi l’avvelenamento potrebbe essere stato doloso, ma non è esclusa la causa accidentale, molto improbabile, causata da un residuo di sostanza usata in agricoltura».

«E’ comunque preoccupante che nella nostra zona – insiste la dottoressa – sia accaduto un fatto del genere quando da tempo non se ne registravano. La pratica dell’avvelenamento è davvero brutta e crudele a cui spesso, in altre zone, si ricorre per motivi dettati dalla gelosia e dai rancori».

Intanto, migliorano le condizioni dell’animale: dopo una prima fase molto critica, ha mostrato segni di ripresa, ha ripreso alcune funzioni importanti «che speriamo portino al miglioramento definitivo e allo scioglimento della prognosi».

Il proprietario, molto legato al suo cane, ha sporto denuncia contro ignoti e del caso si stanno interessando sia la Stazione dei Carabinieri di Peccioli, che hanno raccolto la denuncia, sia il Corpo Forestale dello Stato del Comando di Pontedera in quanto competente in materia.

In tutti c’è la preoccupazione di aumentare la vigilanza per stroncare sul nascere, nel caso di accertata dolosità, la crudele e vigliacca pratica dell’avvelenamento. Una pratica che in Valdera, negli anni passati, ha avuto un picco di casi sempre nella zona tra Palaia e Peccioli. Più eclatante la scia di casi che due anni fa investì la zona di San Miniato con la morte di molti cani da tartufo.