Bambino derubato al parco mentre gioca. Aveva lasciato portafoglio e cellulare sull’altalena

«Erano i soldi della paghetta»

Il parco dove è avvenuto il furto

Il parco dove è avvenuto il furto

Castelfranco, 26 aprile 2015 - Nel giorno in cui si festeggiava «La Liberazione» dovuta alla lotta delle forze partigiane, durante la seconda guerra mondiale, un’altra triste «battaglia» – impari  – si stava compiendo nei giardini pubblici sulla via Provinciale Francesca a Castelfranco di Sotto. Viltà contro spensieratezza. Da una parte la colpa di un ladro dall’altra un ragazzo di dodici anni «colpevole» solo di pensare che un parco giochi fosse un luogo tranquillo.

I fatti purtroppo dicono il contrario: il dodicenne lascia, per pochi minuti il suo borsello – contenente settanta euro, un cellulare e le chiavi di casa –, appoggiato all’altalena del parco. Ecco che un presunto «furbo» approfitta della situazione per asportare la sacca e tutto il contenuto, compresi i risparmi delle paghette destinati a un nuovo paio di scarpe. «Eravamo circa trenta persone e tutte, o quasi, ci conoscevamo – parla la madre della vittima che ci ha chiesto di restare anonima –. Abbiamo cercato anche dietro una siepe dove prima avevo notato dei ragazzi fare del movimento». Un gesto che si commenta da solo con l’aggravante che a compierlo possa essere stato un coetaneo, o quasi, del ragazzo.

«Ho chiamato mio marito e insieme ad alcuni amici abbiamo perlustrato tutta la zona continuando a comporre il numero del cellulare». Dopo alcuni tentativi ‘per magia'  è riapparso, suonando, nella vicina gelateria insieme alle chiavi di casa. Oggetti che la vittima aveva dichiarato di mera importanza. «Una circostanza strana poiché è riapparso immediatamente proprio quanto dicevamo a tutti interessarci». Il cellulare, non di ultima generazione, ma proprietario di un blocco difficile da togliere, potrebbe aver rappresentato refurtiva ‘scottante’ non più monetizzatile, e proprio per questo abbandonato. Su Facebook non sono mancati i commenti all’accaduto: «Ti sei messo a rubare i soldi a un ragazzino di dodici anni nel giorno della festa della liberazione? Ti senti più libero adesso? Oppure sei ancora intrappolato nella tua gabbia da criceto?». Una gabbia mentale che ha impedito al ladro di comprendere che non ha sottratto solo il desiderio di un paio di scarpe, quanto qualcosa di molto più prezioso e difficile da riconquistare: la serenità di giocare in un parco pubblico.