''Sarà un Pisa con tanti volti nuovi''. Parla il diesse Raffaele Ferrara

Sull'allenatore: ''Vogliamo un tecnico che pratichi un calcio offensivo perché il prossimo anno saremo una delle formazioni da battere e ci troveremo spesso ad affrontare difese molto abbottonate''

Il diesse del Pisa Raffaele Ferrara

Il diesse del Pisa Raffaele Ferrara

Pisa, venerdi 20 maggio 2017 - «Sarà una squadra molto diversa da quella che ha chiuso questo campionato: adesso è presto per dare percentuali ma penso già di poter dire che nella prossima stagione ci saranno tanti volti nuovi». Non la chiama rivoluzione perchè probabilmente parole troppo evocative non appartengono al vocabolario di Raffaele Ferrara, dal febbraio scorso direttore sportivo nerazzurro, e uomo taciturno e poco inclide alle luci della ribalta e alle dichiarazioni altisonanti, ma capace di seguire dal vivo fino a cinque o si partite diverse ogni fine settimana. Però è sicuro che a luglio si vedrà un Pisa tangibilmente diverso rispetto a quello che domani sera si congederà dalla serie B.

Al riguardo il fatto di avere quattordici giocatori ancora sotto contratto potrebbe essere un problema?

«Non penso.I contratti non sono vincoli inscindibili. Sinceramente le dico che, più della durata del legame, in questo momento c'interessa l'adesione al progetto: chi non ne è convinto, non potrà rimanere ...».

Per verificarlo avvierete una serie di colloqui o avete già cominciato?

«Lo faremo subito dopo la fine del campionato».

Almeno in un caso, però, il presidente Corrado si è già sbilanciato: ha detto che Cardelli rimarrà in nerazzurro.

«E' vero. Ed è la conferma di quanto ho appena detto: ci sono quattordici giocatori sotto contratto ma fra questi non c'è Cardelli. Eppure posso assicurarle che il prossimo anno sarà ancora con noi: crede nel nostro progetto e poi è nato nel '95, quindi in Lega Pro, è ancora considerato un under. Visto che ne dovremo tesserare per forza almeno otto, averne uno di quel calibro non è cosa da poco ...».

A proposito di progetto: la tifoseria si attende l'immediato ritorno in serie B.

«Ha ragione perchè Pisa non è certo una piazza che possa vivacchiare in Lega Pro. Posso assicurare che anche la società sta lavorando con quell'obiettivo anche se poi l'ultima parola spetterà al campo: vogliamo costruire una squadra in grado di competere per la vittoria del campionato e fatta da uomini che danno tutto per la maglia. Pensiamo che Pisa e la sua gente abbiano bisogno di una squadra così».

Il primo tassello sarà l'allenatore?

«Sì. Contiamo di annuciarlo al più tardi entro la prima settimana di giugno»

Auteri, Padalino e Vivarini sono stati i nomi più ricorrenti per la panchina: potrebbe essere fra questi tre il prossimo allenatore del Pisa?

«Non lo escludo perchè sono tutti e tre allenatori che ci piacciono e che stiamo seguendo. Però c'è anche qualche altro nome che ancora non è finito sui giornali e che c'interessa molto. In ogni caso è chiaro il profilo di allenatore che cerchiamo ...».

Ossia?

«Vogliamo un tecnico che pratichi un calcio propositivo e offensivo perché il prossimo anno saremo una delle formazioni da battere e, verosimilmente, ci troveremo spesso ad affrontare difese molto abbottonate.Ma anche un allenatore capace di dare un'identità forte alla squadra, con cui immaginare anche un progetto di lungo periodo»

Avete già cominciato muovervi anche su su qualche possibile nuovo giocatore?

«Abbiamo fatto dei sondaggi: in avanti, infatti, molto probabilmente giocheremo con il tridente dato che tutti gli allenatori che stiamo seguendo hanno adottato spesso questo modulo ...».

Radio mercato comincia ad associare al Pisa nomi importanti per la Lega Pro: fra gli altri circola anche quello di Negro.

«Per provare a vincere, servono giocatori di spessore (sorride ndr). Ovviamente arrivare a certi obiettivi potrà essere più complicato perchè sono ambiti e la concorrenza maggiore».

Che argomenti pensa di usare per indurli a trasferirsi a Pisa?

«Ce ne sono un paio molto convincenti. Prima di tutto la piazza: Pisa non teme confronti nemmeno in serie B, figurarsi in Lega Pro. Poi la serietà e la forza dei Corrado. Per loro vale lo stesso discorso fatto per la piazza: la proprietà è di categoria abbondantemente superiore e i calciatori lo sanno».