Luigi Simoni e la scelta del tecnico: ''Non conta se è giovane, ma che sia bravo''

L'ex tecnico di Inter, Napoli e Torino, due promozioni in B con il Pisa, commenta la decisione di affidare la panchina a Pazienza: ''In teoria sarei andato su un allenatore più esperto, ma se ci sono giovani che hanno capacità e competenze è giusto valorizzarli''.

L'ex tecnico Luigi Simoni

L'ex tecnico Luigi Simoni

Pisa, venerdi 3 novembre 2017 - «I tecnici? Se sono in gamba vanno sempre bene, anche se sono giovani: più che l'anagrafe, contano le capaacità». Parola di Luigi Simoni, 77 anni, decano degli allenatori italiani e con due promozioni in serie A (1985 e 1987) ha scritto alcune delle pagine più belle del calcio pisano.

Dunque ha fatto bene il Pisa a puntare su Pazienza per la sostituzione di Gautieri?«Non posso entrare nel merito perché non conosco la situazione da vicino. Dico, però, che non è detto sia una scelta sbagliata solo per il fatto che il nuovo allenatore non ha grandissima esperienza da professionista, anche se conosco bene Pisa e so che è una piazza particolare ...».

In che senso?«Io ne sono innamorato tanto che alla fine ci sono rimasto anche a vivere. Però è una realtà passionale, che si fa sentire: in una città che porta sette o otto mila spettatori tutte le domenica allo stadio anche in serie C, un po' di pressione inevitabilmente c'è. Senza dimenticare il confronto con il Pisa di Romeo, un'eredità con cui chiunque arriva in nerazzurro, sia da dirigente che da allenatore, è costretto a misurarsi»

Pesa?«Un po' penso proprio di sì, anche perché è stata la stagione calcistica più bella vissuta dal Pisa. Poi, anche al di là dell'aneddotica che l'ha reso un personaggio popolarissimo, quando parliamo di Romeo non dobbiamo dimenticare che alcune delle sue intuizioni hanno nel calcio italiano hanno fatto storia. Sono passati, ormai molti anni, ma inevitabilmente l'eredità è ancora viva. Ed è anche gusto che sia così»

Dunque a Pisa un allenatore giovane rischia un po' di più?«Se un tecnico non è abituato a un certo tipo di pressioni, magari all'inizio può pagare un po' lo scotto. Se, però, le qualità ci sono alla lunga vengono fuori. Poi Pazienza da calciatore è stato in piazze decisamente toste come Napoli e Torino anche sé è vero che' l'esperienza da tecnico è ben diversa da quella di giocatore ...»

Lei è stato anche presidente di un club importante come la Cremonese. Se fosse stato un dirigente nerazzurro che allenatore avrebbe cercato per sostituire Gautieri?«Lo ammetto: in teoria sarei andato su un allenatore più esperto. Però nelle situazioni ti ci devi trovare. Proprio nella mia esperienza a Cremona, ad esempio, facemmo una scelta che molti nell'immediato ci contestarono quando decidemmo di prendere Giampaolo per la sostituzione di Montorfano ...».

Però non si è trattato proprio di un allenatore alle prime armi.«Vero. Ma era fermo da un anno e mezzo e nelle precedenti tre esperienze in panchina a Catania, Cesena e Brescia aveva collezionato altrettanti esoneri. Così in molti ci criticarono. Io, però, sapevo che di aver preso un allenatore bravo e i fatti mi hanno dato ragione: fece molto bene con noi, passando l'anno dopo in serie A all'Empoli e da lì alla Sampdoria. E probabilmente il prossimo anno sarà su qualche altra panchina più importante».