La leucemia ha spento il sorriso di Ilaria. Morta a 24 anni, folla ai funerali

Se n'è andata senza paura. "Il miglior modo per rendere omaggio alla forza di Ilaria è aiutare Agbalt e l'Ail nella loro opera per i bambini e gli adulti affetti da leucemia o tumore"

Ilaria in un momento felice

Ilaria in un momento felice

Pisa, 26 luglio 2014 - I SUOI occhi non hanno mai smesso di sorridere. E neppure di fare coraggio a chi le stava vicino. Ilaria Alestra se ne è andata, a 24 anni, dopo aver combattuto con tutte le forze contro la malattia che l’aveva colpita nel 2011. Una malattia che ha un nome terribile: leucemia mieloide acuta. Iscritta alla facoltà di Scienze Infermieristiche, era riuscita a completare solo il primo anno. «In pari con gli esami, era felice, aveva trovato la sua strada: aiutare gli altri»: dice la madre, Maria Sabrina La Pusata (figlia del professor Carlo Giuseppe Lapusata, fondatore del gruppo culturale Villaroel). Una vocazione che anche negli ultimi giorni di vita, sofferente e spezzata nel fisico, non ha mai abbandonato Ilaria: «Era la mia maestra di vita — ripete la mamma (che ringrazia per i telegrammi e le numerose attestazioni di cordoglio ricevute nelle ultime ore) — anche quando il male aveva ormai preso il sopravvento, non aveva perso il buon umore e la voglia di stare insieme agli altri. Persino i medici e gli infermieri dell’ospedale erano diventati suoi amici». E in tanti riempivano ogni giorno la casa in cui viveva con la mamma. Una casa in cui si anche il fidanzato Daniele si era trasferito, per starle vicino. «Una ragazza straordinaria — afferma il papà, Marco Alestra — che ha affrontato ogni privazione, ogni sofferenza con dignità e coraggio. Sempre sorridente, generosa. Un esempio per tutti noi». 

A salutarla, giovedì nella chiesa di San Giovanni al Gatano a Porta a Mare, c’era una folla immensa. E sulla sua tomba, nel cimitero monumentale di via Pietrasantina, per i fiori non c’è quasi più spazio. Era l’ottobre 2011 quando Ilaria — diplomata al liceo Buonarroti — aveva scoperto la malattia che aveva, però, avuto in prima battuta un iter confortante, grazie anche alla chemio. Il 21 marzo 2012, su consiglio dei medici, si era comunque sottoposta a un trapianto di midollo grazie a un donatore anonimo compatibile. «Un intervento che sembrava riuscito — ricorda la madre — e per un anno è andato infatti tutto bene. Poi, a marzo 2013, le vertigini. Fortissime». La leucemia aveva già colpito il sistema nervoso centrale. «Ma Ilaria è stata fortissima, ogni volta che stavamo per perdere le speranze riusciva a riprendersi». Dopo una ennesima, crisi respiratoria e il ricovero, era tornata a casa il 30 giugno scorso. Ma lunedì notte una nuova corsa al pronto soccorso, il trasferimento al reparto di rianimazione. L’ultimo viaggio. «Se ne è andata senza paura». E adesso, proprio come avrebbe voluto lei, un pensiero va agli altri: «Il miglior modo per rendere omaggio alla forza di Ilaria — dice il padre — è aiutare Agbalt e l’Ail nella loro opera per i bambini e gli adulti affetti da leucemia o tumore. Noi abbiamo toccato con mano quanto il lavoro di queste due associazioni sia importante. Anche Ilaria sarebbe contenta di poter dare una mano».