"Invasi dai minimarket". L'allarme di Confcommercio: "Violano le regole, concorrenza sleale"

Il direttore Pieragnoli invoca un piano del commercio per difendere la qualità degli esercizi nella città di Pisa

Un minimarket

Un minimarket

Pisa, 24 luglio 2014 - PISA diventa un caso nazionale per la questione dei minimarket. Della proliferazione di minimarket etnici e di attività al dettaglio affini, ne ha parlato in diretta nazionale, sulle frequenze di RadioRai1, nel corso della trasmissione «Laradioneparla» il direttore di ConfcommercioPisa Federico Pieragnoli , denunciando «la concorrenza sleale di queste attività che in tre anni hanno invaso la città, in tempi rapidissimi e incontrollati. Solo nel quartiere della stazione, tra le vie Mascagni, Puccini, Bonaini, Vespucci e Gallerie Gramsci se ne contano 48, con un impatto sull’identità e sul profilo dei quartieri devastante». Per Pieragnoli, che ha parlato esplicitamente di «invasione» la concorrenza sleale di queste attività è fuori discussione: «Da un lato approfittano delle liberalizzazioni selvagge che esistono solo in Italia, dall’altro applicano una politica dei prezzi stracciati che mette completamente fuori mercato le tradizionali attività commerciali. Contrariamente alle attività regolari, sulle quali grava il 68% di tassazione, che rispettano le normative sull’igiene, la sicurezza e la regolarità contributiva dei dipendenti, i minimarket operano in una zona grigia in cui molti adempimenti non sono ottemperati». 

IL DIRETTORE di ConfcommercioPisa ha denunciato le irregolarità eclatanti di questi esercizi, in prevalenza gestiti da persone provenienti soprattutto dal sudest asiatico (Cina, India, Bangladesh..): «Non rispettano gli orari di apertura e chiusura, né il massimo delle ore di apertura consentite in una giornata, che è di tredici ore, somministrano bevande pur non potendo, violano i limiti di orari previsti per le bevande alcoliche». Pieragnoli invita il sindaco di Pisa e i sindaci dei comuni della provincia a sposare la causa: «Si segua l’esempio di Cesena, dove con una strategia urbanistica precisa il sindaco Paolo Lucchi ha ripopolato il centro storico di buone attività tradizionali, alimentari e non solo. A Pisa occore questo, stilare un preciso piano del commercio, con la concertazione delle associazioni imprenditoriali, agevolando l’arrivo di commercianti e imprenditori pronti ad investire in attività qualitativamente decorose».