Parola di Raimondi: ''E' già un Pisa formato Braglia''.

L'argentino, bandiera nerazzurra e pilastro dell'ultimo Pisa promosso in B, promuove già Morrone e soci: ''Andati oltre le più rosee previsioni''

Gariel Raimondi

Gariel Raimondi

Pisa, mercoledi 24 settembre  «In realtà penso che Morrone e compagni stiano andando anche oltre le previsioni più rosee». Parola di Gabriel Raimondi, bandiera nerazzurra e punto di forza dell’ultimo Pisa promosso in serie B, quello della stagione di 2006. E soprattutto grande amico di mister Braglia che, non è un mistero, lo avrebbe voluto al suo fianco anche quest’anno, anche se non più in campo ma in panchina, con il ruolo di vice-allenatore. «Perché – spiega l’ex difensore argentino – se è vero che il Pisa ha qualcosa in più rispetto alle altre, lo è altrettanto il fatto che si tratta di un gruppo quasi interamente nuovo e trovare subito l’amalgama e l’intesa non era affatto scontato, specie considerando l’avvio di stagione piuttosto complesso che ha avuto il Pisa con il ripescaggio in B sfumato poche ore prima dell’esordio in campionato. Invece undici punti in cinque partite sono già un bottino davvero importante».

Si vede già la mano di Piero Braglia?

«Altroché. E con il passare delle giornate la sua impronta sarà sempre più visibile …».

Da cosa la si riconosce?

«Intanto dall’aggressività della squadra in tutte le fasi. E poi, paradossalmente, è molto evidente nelle giornate che, apparentemente, sembrano storte. Perché le squadre del mister è difficile batterle, e corrono pochissimi rischi, anche quando magari non giocano la loro miglior partita. E qualcosa in tal senso si è già cominciato a intravedere».

D’accordo, però, sul fatto che il Pisa sia la favorita del torneo?

«Indubbiamente la società vuol puntare a vincere il campionato e ha costruito una squadra con le carte in regola per riuscirvi. Questo, però, non significa che sarà una cavalcata trionfale dalla prima all’ultima giornata. E’ bene, invece, già mettere in conto qualche momento di difficoltà e appannamento, perché durante una stagione sono fisiologici. Ed in quei momenti sarà fondamentale l’unità del gruppo, altro aspetto su cui si vedrà tantissimo la mano di Braglia perché, fra i suoi tanti pregi, c’è anche quello di saper lavorare molto bene sullo spogliatoio».

Insomma anche lei, come l’allenatore nerazzurro, dice che ci sarà da soffrire?

«Un po’ sarà inevitabile ed è bene farci subito mente locale. L’auspicio è di non doverlo fare proprio fino all’ultimissima giornata, ma se sarà necessario poco male: l’importante sarà aver centrato l’obiettivo».

Il «suo» Pisa e questo si somigliano?

«Noi eravamo una squadra che non mollava mai, che magari faticava un po’ a vincere la partite, ma che ne perdeva poche. E anche il Pisa di oggi mi sembra abbia alcune caratteristiche simili: però, se devo essere sincero, Morrone e compagni hanno più qualità di quella che avevamo noi».