Una svolta necessaria

Il commento del responsabile della redazione di Pisa della "Nazione"

Il responsabile della redazione di Pisa, Tommaso Strambi

Il responsabile della redazione di Pisa, Tommaso Strambi

Pisa, 26 luglio 2015 - Una città a due velocità. E’ quella che viviamo ogni giorno. Da una parte quella carica di energie positive che ha nel turismo  il volano del rilancio. E dall’altra quella zavorrata dall’incuria e dal degrado che ancora infettano, come la gramigna, il centro storico. Il viaggio che stiamo compiendo in questi giorni ne è l’immagine più nitida e stucchevole allo stesso tempo. Un’immagine, peraltro, non nuova. Già illustri scrittori nel corso dei secoli, come ricorda il professor Mario Curreli nel suo volume ‘Scrittori inglesi a Pisa: viaggi, sogni, visioni dal trecento al Duemila’ (edizioni Ets) rimasero esterrefatti. Da Percy e Mary Shelley, da Charles Dickens a John Ruskin registrarono  «impressioni di disgusto per una città decaduta e quasi disabitata, piena di mendicanti e con le strade ben lastricate ma invase dalle erbacce». Poi, però, riconosce Curreli, «dopo essersi guardati intorno, non hanno mancato di riferire i loro cambiamenti di opinione, non appena sono stati in grado di apprezzare questa ‘città del silenzio’ –  la stessa amata da Leopardi e D’Annunzio – nella quale si svolgeva una fervida attività intellettuale che, dalle aule della Sapienza, si spargeva nelle librerie e nei negozi di stampe, nei caffè dei lungarni, nei teatri pubblici e nei saloni di Casa Prini o Mastiani, Aulla o Roncioni».
 Oggi la fervida attività intellettuale si svolge ancora ma si irradia in maniera assai diversa. Le lettere e la filosofia hanno lasciato il campo alla bioingegneria e alla biomedicina.  Con i laboratori che si snodano lungo l’Arno Valley. Così i grandi caffè, come i teatri sono scomparsi. Al loro posto sono spuntati come funghi minimarket e kebab. Esercizi che contribuiscono a rendere Pisa sempre più come una città al taglio. Eppure, oggi come allora, la città continua a rimanere (per fortuna) un polo attrattivo. Basta guardarsi intorno. Anche in questi giorni di caldo torrido le vie (e non solo Piazza dei Miracoli) sono piene di turisti che si confondono e si mescolano tra noi. Un pullulare di persone e di lingue che è un segnale incoraggiante. E di cui dobbiamo ringraziare l’aeroporto Galilei (porta girevole sul mondo) e i monumenti fioriti sul prato dei Miracoli, che costituiscono il volano fondamentale. E su cui soggetti privati (la neonata Toscana Aeroporti e l’Opera della Primaziale) continuano a investire per essere sempre più competitivi in un mercato globale. Anche l’amministrazione comunale sta giocando la sua partita.  Ne sono riprova i tanti cantieri avviati (molti in fase di completamento) sia con fondi propri che attraverso i progetti Piuss. Fatti concreti. Ai quali, però, devono essere accompagnati da altri nel campo della lotta alle illegalità diffuse e al degrado. Macchie che stridono con il candore dei marmi di quella che Gina Giani (ad di Toscana Aeroporti) definisce la vera Signora di Pisa (la Torre). Ecco, ora che  Toscana Aeroporti è pronta investire 60 milioni in un terminal ancora più accogliente e che l’Opera della Primaziale è nel pieno del restauro della Cattedrale (dopo quello della Torre) e il Comune sta completando la lastricatura di via Santa Maria (dopo quella di Piazza dei Cavalieri), occorre riordinare sopra questi pregiatissimi mobili. Ed è chiaro che qui occorre il concorso di tutti. Nessuno escluso. Ma è dall’amministrazione comunale che deve arrivare il primo segnale. Affinché ci si scrolli di tosso il tanfo di urina e di vomito che appesta i vicoli e le piazze del centro storico. Con determinazione e senza esitazioni.