Richiedente asilo politico sorpreso a vendere 'erba'

Come è cambiato il mercato della droga. Il 'ritorno' dell'eroina

La donna si è rivolta in due occasioni ai carabinieri (Archivio)

La donna si è rivolta in due occasioni ai carabinieri (Archivio)

Pisa, 7 novembre 2017 - Il mercato della droga è ormai pressoché in mano loro, i cittadini del Gambia, Stato dell’Africa occidentale. Marocchini e tunisini conservano la loro buona fetta di mercato, ma i gambiani stanno diventando i pusher di riferimento per i tantissimi che, a Pisa, usano (e abusano) di sostanze stupefacenti. Gli ultimi due arresti effettuati dai carabinieri ne sono la conferma: un diciannovenne è stato arrestato sabato scorso con l’accusa di spaccio e domenica a finire nei guai per la stessa motivazione è stato un ventottenne, anch’egli nato in Gambia, finito nella rete dei militari dell’Arma per ben otto volte. Per quest’ultimo, ieri mattina, il giudice ha convalidato l’arresto e optato per il divieto di dimora a Pisa, sperando che l’uomo – che non sembra aver imparato alcunché dagli arresti precedenti – ottemperi almeno all’ordine del Tribunale. Il fatto è che la maggior parte dei pusher, gambiani compresi, sono senza fissa dimora e difficilmente controllabili, ma soprattutto molti sono richiedenti asilo e le le maglie della legge, in questi casi, di allargano. Talvolta si dilatano.

Il diciannovenne arrestato sabato, ad esempio, aveva presentato richiesta di asilo politico, ma gli fu respinta lo scorso anno. Il giovane ha presentato ricorso e, così, nell’attesa di capire cosa deciderà lo Stato italiano per il suo futuro, è libero di muoversi nel territorio. E di spacciare.  «Io non vendo droga – ha detto ieri in un buon italiano il ragazzo al giudice. I carabinieri mi hanno trovato con un po’ di droga in tasca perché l’avevo comprata per me. Uso personale. Un tempo fumavo tanto. Ora ho un po’ diminuito, ma avevo appena comprato 15 euro per fumare. E non è vero che l’ho ceduta a chi ora mi accusa di avergliela venduta. Io non spaccio». Anche per lui, ieri, il giudice ha optato per la misura cautelare personale del divieto di dimora a Pisa. 

Il mercato della droga è sempre fiorente a Pisa, grazie soprattutto alla clientela giovane e numerosa che caratterizza una città universitaria. E per le forze dell’ordine sembra essere una battaglia infinita perché i continui sbarchi di extracomunitari in Italia, con i conseguenti continui in città arrivi di nuove persone irregolari, fanno sì che anche di fronte agli arresti, il mercato trovi subito un nuovo pusher. La zona della stazione ne è piena. E si tratta, per lo più, di uomini di ogni età senza fissa dimora e senza lavoro che hanno trovato nel mercato degli stupefacenti la loro fonte di reddito.  Ci sono, fra loro, anche i richiedenti asilo, ma è utile precisarlo niente (o poco) hanno a che fare con i centri di accoglienza. Per gli ospiti di queste strutture, la situazione è differente: se non sgarrano hanno buone tutele. E quando sgarrano – come ad esempio è accaduto nel maggio scorso quando furono arrestati per spaccio due giovani ospiti della struttura per richiedenti asilo di Piaggerta, a San Rossore – vengono allontanati dai centri che li ospitano e che sono, per loro, rifugio sicuro, un letto e un pasto caldo.

Di giovani ospiti dei centri di accoglienza sparsi nel territorio se ne vedono tanti in città. Anche ieri se ne sono visti molti. Hanno trascorso il pomeriggio umido e piovoso dietro piazza Dei Cavalieri: giocavano a baseball con una mazza arrangiata con un ramo trovato lì vicino. «Anche loro hanno da arrivare a sera» ha commentato un signore che si è fermato a vedere quel ‘match’ improvvisato, attirato dalle voci alterate che per un secondo hanno fatto temere che potesse scoppiare una rissa. Invece, era soltanto una divergenza dai punti da assegnare a una squadra. Ma l’allarme sociale è alto. Capire che sono ospiti di uno dei centri di accoglienza, non era difficile: lo si intuisce dalle casacche gialle che appoggiano sulle biciclette e che sono state consegnate loro per renderli identificabili agli automobilisti quando, al buio, percorrono le stradine che li riportano ‘ a casa’.