"Spaccio, furti e rapine fanno paura. Servono più agenti e vigili urbani"

Il presidente del Tribunale Laganà si congeda dopo 8 anni a Pisa

L’ARRIVEDERCI Il presidente del Tribunale Salvatore Laganà con il procuratore Alessandro Crini (foto di Valtriani)

L’ARRIVEDERCI Il presidente del Tribunale Salvatore Laganà con il procuratore Alessandro Crini (foto di Valtriani)

Pisa, 23 giugno 2017 - Una città, conosciuta da abitante e da uomo di legge. Una realtà molto diversa, oggi: quasi 8 anni a Pisa, era il 29 ottobre 2009 quando si insediò succedendo a Carlo De Pasquale. Fra pochi giorni, Salvatore Laganà, che presiede il nostro Tribunale, partirà per la Corte d’Appello civile di Venezia alla quale è stato destinato.

Com’è cambiata la città?

«Ho avuto il privilegio di vivere il centro da cittadino e da capo ufficio. Ho visto crescere i reati, anche se ora questa tendenza si è fermata. Ma Pisa, dopo Firenze, ha il più alto numero di arresti in Toscana. Un dato che dimostra anche il grande lavoro delle forze dell’ordine ma che in proporzione non è tranquillizzante».

Di che cifre parliamo?

«Nel 2006 i reati monocratici erano 1373, nel 2015 sono saliti a 2731 affrontati con lo stesso organico (eppure lo lascio al completo), che ho chiesto di implementare perché insufficiente».

Ha più volte detto che anche il tessuto sociale non è lo stesso.

«Altissima è la percentuale di stranieri, in alcuni casi si arriva al 70% e nello spaccio di stupefacenti si arriva all’80% con prevalenza di etnie nordafricane».

Come intervenire?

«Una questione ampia, politica e nazionale. Ci sono problemi di reperibilità, alias, i documenti non sono chiari e anche dopo la condanna, in tanti tornano in strada. Alcuni vivono ai margini, non tutti delinquono, c’è gente onestissima, ma senza lavoro si rischia di prestare manovalanza al piccolo spaccio».

Anche il Tribunale è diverso.

«Il turn over dei magistrati è stato elevato. E’ diminuito il personale di cancelleria. E poi, la soppressione della sede distaccata di Pontedera che ha comportato grande lavoro con le amministrazioni».

Quali sono i reati che preoccupano di più?

«Bisogna sempre distinguere fra sicurezza percepita e sicurezza reale. Ma direi furti e rapine in appartamento. Fatti avvenuti in periferia, ma anche nelle zone vicine al centro, come a Porta a Lucca».

Eppure il questore Alberto Francini ha dichiarato che le rapine sono in diminuzione. Qualcuno ha aggiunto che se quelle poche, però, sono violente...

«Analizzando il numero disaggregato si registra un’oggettiva dimunuzione, per esempio, sono calati i colpi nelle banche che hanno preso precauzioni. Così vengono preferite attività più semplici da violare, come tabaccherie e farmacie che possono essere rapinate anche con l’uso del solo taglierino. Purtroppo tutte si possono trasformare in fatti di sangue. Basta un gesto».

Come prevenirle?

«Le forze dell’ordine fanno il massimo. Ma c’è bisogno di un aumento dell’organico. Il ministero dell’Interno non ha capito che Pisa ha caratteristiche particolari e non ci si può riferire solo ai residenti: è una turistica e universitaria con tanti pendolari. E per questo appetibile anche da alcune persone malavitose».

Quanto e quale rinforzo?

«Servirebbero uomini spalmati in tutti i corpi e anche nella polizia municipale che dovrebbe essere maggiormente impiegata in situazioni magari non penalmente rilevanti ma che rappresentano la cartina tornasole della civiltà, come la sosta selvaggia o la questua troppo insistente. Decoro, malamovida, guide in stato di ebbrezza che portano a un numero elevato di incidenti stradali. Con il comandante Stefanelli c’è stato un impegno personale, ma c’è bisogno di più uomini. Io stesso sono stato testimone di orde di ubriachi barcollanti che di notte orinano per la città».

E qualcuno magari poi cade giù dalle spallette.

«Che siano state fatte cinque multe dal 2010, anno di entrata in vigore dell’ordinanza che vieta il camminamento, mi stupisce, se ne dovrebbero fare 100 al giorno. Utile anche di volontari per avvisare del pericolo».

Un pregio e un difetto di Pisa?

«Sono collegati. Abbiamo molte occasioni culturali, è una città stimolante ricca intellettualmente. ma forse il difetto peggiore è che si parla molto di legalità, ma non sempre i discorsi si traducono in effettivi programmi».

Qualche esempio?

«Bici contromano, posteggi sui marciapiedi, tanto da non far passare le carrozzine di persone disabili. Da vergognarsi come cittadino!».

Ma tornerà a Pisa?

«Sicuramente, è una città bella e vivibile: qui lascio, con rammarico, molti amici».