Bambina uccisa, recuperata nella brace la fibbia usata per picchiarla

Francisca di nuovo nella baracca

Fiori per Samantha, la bambina di tre anni morta a Calambrone

Fiori per Samantha, la bambina di tre anni morta a Calambrone

Pisa, 1° maggio 2016 - E’ ben scolpita nella mente di tutti la storia della piccola Samantha, morta per cause ancora da chiarire mercoledì sera in una baracca fatiscente al confine di Calambrone, dove viveva con la madre e il compagno di lei, Tonino Krstic.

Un uomo violento, come confermato dalla donna agli inquirenti e dai vicini, che lo incrociavano ogni giorno sul lungomare. Sulla porta della stamberga, a pochi metri dal punto in cui è stato ritrovato il povero corpicino, mazzi di fiori e lettere firmate da padri e da madri increduli per ciò che è accaduto là dentro. «Con amore da una madre», si legge su un foglietto rosa messo sulla porta insieme a degli orsacchiotti.

«Ciao Samantha, conoscere il tuo dolore è uno strazio incolmabile. Riposa in pace piccola», scrive invece un padre su un cartoncino ceruleo appeso a un mazzo di margherite colorate. Il via vai di auto è continuo. Ne scendono adulti che indossano occhiali scuri, a coprire gli occhi arrossati dal pianto. Si fermano di fronte alla casupola. La osservano esterrefatti, come a cercare di immaginare una vita tra quelle assi di legno messe quasi a casaccio e tenute insieme da una collera sfogata, purtroppo, sul corpo fragile di una bambina di soli tre anni. Una donna posa delicatamente l’ennesimo mazzo profumato sulle assi scheggiate. «Piccolo angelo – si legge tra i petali – sei volata via da questo mondo cieco ed egoista». 

Ma non sono gli unici ad arrivare. Ieri mattina a tornare in quel posto maledetto sono anche gli inquirenti, guidati dal capitano Michele Cataneo e accompagnati da Francisca, la madre di Samantha. La ricostruzione della giornata di mercoledì è solo l’inizio. Per ore la donna viene ascoltata mentre racconta le violenze, le minacce, la paura. Vengono prelevate dalla baracca alcuni oggetti che potrebbero raccontare molto della vita di stenti insieme a Krstic: un maglia della donna, che indossava la bambina quando stava male come quella sera, l’ultima dopo tre giorni di febbre mal curata; e una fibbia – che l’uomo usava per picchiare la convivente e sua figlia – che ha cercato di bruciare prima dell’arrivo dei soccorsi mercoledì sera. Il pezzo di metallo lo trovano dentro un braciere, dietro la capanna. Sul posto, per capire meglio le dinamiche dell’accaduto, anche il professor Alessandro Bassi Luciani, che ha eseguito l’autopsia della piccola.

Krstic conosce un anno fa Francisca su una chat, spacciandosi per un cameriere. Lo pseudonimo usato dall’uomo per corteggiarla è Antonio De Marchis. Un’attrazione immediata che convince Francisca a trasferirsi da lui, in quella capanna vicina al mare. Dapprima con loro abitano anche la madre e la sorella di Krstic. Ma le due decidono di fuggire lontane dai pugni dell’uomo.

Da quel momento l’escalation della brutalità raggiunge un primo allarmante picco lo scorso agosto, quando Francisca viene ricoverata per le percosse e dimessa con venti giorni di prognosi. Un segnale evidente di una situazione che sta precipitando ma che nessuno riesce a bloccare per tempo. Adesso la madre di Samantha e il marito lasciato per vivere con Krstic – arrivato per piangere la propria bambina –, sono ospiti del Comune di Pisa in una struttura cittadina. L’ultima parola su questa drammatica storia arriverà dall’esame istologico sui polmoni della bimba, grazie al quale si avranno le risposte sulle cause del decesso. Il dolore invece resta, attaccato a quelle assi di legno scheggiate, dove viveva Samantha.