Ricortola, le mamme difendono i figli: «Non sono violenti»

La società boccia le scelte dell'allenatore. E i genitori difendono i giocatori under 14. Tanto per cambiare la colpa è dell'arbitro

Marco Basteri, presidente della società Ricortola

Marco Basteri, presidente della società Ricortola

Massa, 23 novembre 2015 - «Mio figlio non è un violento. Non potete etichettare una squadra in questo modo. E’ vero, è stata una partita agitata, ma i ragazzi non sono violenti». «Sabato ha giocato anche mio figlio e vi posso assicurare che violenza è un termine inappropriato. In campo e sugli spalti non si è picchiato nessuno». Dopo la partita Versilia - Ricortola, campionato giovanissimi provinciali A, svoltasi sabato, ora parlano le mamme. La partita, com’è noto, nel secondo tempo è stata sospesa perchè l’allenatore del Ricortola ha ritirato i suoi ragazzi: troppo vivaci (a dir poco). Ma alcune madri ieri hanno telefonate per difendere i figli dall’accusa di essere violenti. Per la verità è venuto in redazione anche un dirigente del Ricortola, ma pur facendo capire che l’allenatore sarà esonerato, ha sostanzialmente detto che parlerà solo dopo la riunione del direttivo della società. E’ interessante rilevare due dati. Hanno telefonate le mamme, non i padri. Forse erano al lavoro e non hanno avuto tempo.

Qualche mamma, inoltre, ha voluto dare la colpa all’arbitro, «accusato» di essere troppo giovane («un ragazzino, poco più grande dei giocatori») e inesperto. Dai genitori dei ragazzi ai dirigenti di qualsiasi società, tutti dovrebbero ricordare che gli arbitri sono tali per passione, sono pagati due soldi e senza di loro non si giocherebbe. Perchè in campo non ci sarebbero regole e con ogni probabilità si picchierebbero sempre. E per arbitrare i bambini bisogna mandare i cinquantenni?

Tornando alle mamme, la prima ricorda che durante la partita ci sono state due ammonizioni e una espulsione. «Ma i falli in una partita ci sono sempre stati – spiega la signora Stefania – . Non è successo null’altro. Il Ricortola è come una famiglia, ci aiutiamo una con l’altra. Sì, forse il clima era più acceso di altre volte, ma non è successo nulla di particolare. Mi dispiace anche per l’allenatore. Forse non ha capito cosa stava facendo». «E’ vero, la partita è stata abbastanza agitata ma in campo non si sono picchiati. Anche sugli spalti non è accaduto nulla. In campo c’erano ragazzi di 14 anni. Non è giusto etichettarli come violenti. Adesso c’è il rischio che quando giocheranno di nuovo, per l’altra squadra loro saranno solo i violenti. Non è giusto. E soprattutto non è vero». Giovedì si conosceranno i provvedimenti del giudice sportivo.