"‘Gaia’, l’acqua non è tua: è nostra"

La rabbia dei "distaccati" davanti alle telecamere di Canale 5

I cittadini che hanno protestato contro ‘Gaia’ davanti alle telecamere di Canale 5

I cittadini che hanno protestato contro ‘Gaia’ davanti alle telecamere di Canale 5

Massa, 9 ottobre 2015 - Da un anno senza acqua: non ce la fanno a pagare e Gaia stacca il contatore. A San Carlo, località nota per le famose e ricche sorgenti conosciute in tutto il mondo, la rabbia delle famiglie dei «senz’acqua».

E’ «la nostra risorsa acqua, che sgorga dalle montagne, privatizzata prosciugando le sorgenti del monte Belvedere, che filtra nei pubblici acquedotti e che fa ampi giri per riempire il portafoglio di troppi, ritornando, goccia dopo goccia, nei rubinetti di casa nostra solo dietro il pagamento di salassi ormai inaccettabili. Come si può vivere senz’acqua?» Se lo sono domandato i giornalisti di Canale 5 mattina, portando le telecamere e i microfoni a San Carlo, dove due coniugi da un anno vivono in condizioni disagiate a seguito del distacco del contatore.

Giuseppe Angelotti lo ha dimostrato: «Prendo l’acqua dai vicini. E per lavarmi, la scaldo, preparo la tinozza alla temperatura giusta e con un recipiente me la verso addosso, come si faceva in tempo di guerra. Perchè questa è una guerra. La mia pensione è di 465 euro, l’ultima bolletta di Gaia di 490 euro». Ha le lacrime agli occhi una ragazza che abita a Borgo del Ponte, salita a San Carlo per dichiarare le assurdità di questa gestione della «cosa pubblica massese»: «Non mangio per evitare che mi chiudano il contatore dell’acqua – si sfoga -. Le bollette di Gaia sono più che triplicate e non vorrei che mi chiudessero il contatore, così come è successo ad altre famiglie che non hanno potuto pagare l’acqua. Ho una bambina piccola e non potrei. In famiglia cerchiamo di risparmiare sulla spesa e mangiare meno. Ma come è possibile pagare 300 euro di bolletta?».

E non è un caso sporadico: tante famiglie si trovano in difficoltà perché le fatture di Gaia sono triplicate. Presente anche l’avvocata Francesca Galloni, dell’associazione Confconsumatori a cui si è rivolta la coppia di San Carlo dopo vari tentativi con Gaia caduti nel nulla. «I coniugi Angelotti - spiega l’avvocata - hanno accumulato il debito perché Gaia, come ha fatto con tanti utenti, all’inizio ha applicato tariffe maggiorate di non residente e, per assurdo, toccava ad ogni cittadino recarsi agli sportelli e dimostrare di essere residente. Nel caso dei coniugi di San Carlo, sono subentrati gravi problemi di salute. Vivendo la coppia con una pensione sociale, non è stato possibile pagare fatture di 400 o 500 euro e il debito è lievitato a oltre 3.000 euro. Se non si procede al riallaccio della fornitura, farò un ricorso urgente in tribunale come ho fatto in precedenza per un caso analogo, accolto poi dal giudice che ha costretto Gaia a riallacciare il contatore».

Si tratta di un problema politico che deve essere affrontato: «Carrara, così come tanti altri comuni, ha fatto un’ordinanza per evitare il distacco – sottolinea l’avvocata Galloni – Massa che aspetta?». E soprattutto: perché non rimodulare le tariffe?