"Inferno", stavolta si è perso quell'alone esoterico-misterioso

A cura di Matteo Innocenti per Project Movie su Facebook

Tom Hanks (Pressphoto)

Tom Hanks (Pressphoto)

Lucca, 22 ottobre 2016 - Dopo ben 7 anni dalla sua ultima avventura sul grande schermo ritorna il professor Langdon, il professore che forse tutti noi sogniamo di incontrare per i corridoi della nostra rispettiva università. Creato dalla penna di uno dei massimi scrittori di Thriller degli ultimi anni, Dan Brown, il professore stavolta promette di accompagnarci in un viaggio verso uno dei luoghi sicuramente più affascinanti e temuti di tutti: l’Inferno… metaforicamente parlando ovviamente. Siamo nella nostra amata Firenze e la prima scena si apre all’insegna dell’azione: un misterioso uomo viene inseguito attraverso le vie urbane del capoluogo toscano, finendo poi per gettarsi da un campanile per sfuggire ai suoi inseguitori. Pochi giorni più tardi, Robert Langdon si risveglia in un letto di ospedale a Firenze dopo aver subito quella che sembra un’aggressione armata che lo ha colpito di striscio alla testa, causandogli una temporanea amnesia. È confuso, agitato, non ricorda assolutamente nulla degli ultimi due giorni trascorsi. Solamente delle visioni accompagnano il suo risveglio, visioni orribili che mostrano dei dannati intenti a subire le peggiori pene mai concepite dalla mente umana, e un fiume di lava incandescente che carbonizza tutto ciò che incontra sul suo cammino.

Ad assisterlo c’è la dottoressa Sienna Brooks, grande lettrice delle opere del professore, e il dottor Marconi. A questo punto il film incomincia ad accendersi e, quando irrompe nella struttura un carabiniere dalle intenzioni tutt’altro che amichevoli, il professor Langdon si vede costretto a fuggire dall’ospedale con l’aiuto di Sienna. Nelle tasche della sua giacca il professore ritroverà un indizio molto prezioso riguardante l’Inferno dantesco che lo porterà ad intraprendere un’avventura destinata a quanto pare a salvare milioni di vite innocenti: Bertrand Zobrist, uno scienziato miliardario e fanatico di Dante, morto suicida nei giorni precedenti, sembra che abbia creato un virus della peste per poter “sfoltire il gregge” del crescente numero di esseri umani sulla terra, preoccupato dagli effetti che questo spaventoso aumento demografico comporta. Si ha la sensazione di non poterci fidare di nessuno; il professore e la dottoressa Sienna vengono braccati dalle forze di polizia italiane coadiuvate dagli agenti del consolato americano, per non parlare di quella donna vestita da carabiniere che ha irrotto nell’ospedale. Questa volta il professore dovrà cavarsela solo con le sue forze per poter sfuggire ad una fitta rete di nemici e risolvere il mistero celato dietro questa storia. Nota dolente: non si può non accorgersi che a questo film manca qualcosa, anzi molto, per poter essere all’altezza dei precedenti capitoli.

Premetto che chi scrive ha letto il libro tutto di un fiato ma ha anche cercato di estraniarsi il più possibile dal racconto cartaceo per restare quanto più oggettivo possibile sulla qualità del film. Salta subito all’occhio una scarsa attenzione per i dettagli; la città di Firenze, con tutte le sue bellezze e i suoi beni culturali e artistici, non viene mai molto approfondita, non un accenno storico al Duomo, a Palazzo Vecchio o al Battistero di San Giovanni (se non un fugace utilizzo dei corridoi segreti di Palazzo Vecchio) e nell'aspettarci gli aneddoti storici tipici del professore si rimane quasi del tutto a bocca asciutta. La velocità con cui si riesce a risolvere un mistero e a trovare nuovi indizi, inoltre, è sconcertante: si passa da un luogo ad un altro in men che non si dica ed è tutto "troppo facile", perfino per lo spettatore medio. Questo velocissimo incedere ha cancellato uno dei punti forti di questo genere di film: quell’aura e quell’alone esoterico-misterioso che ha caratterizzato i primi due capitoli e che qui lo si riscontra solo nelle prime scene. Per concludere un finale che risulta deludente, e coloro che hanno letto il libro non potranno che spalancare gli occhi ed esclamare “ma davvero lo hanno fatto finire così?” e forse anche coloro che hanno apprezzato i finali degli altri film, e che non hanno letto il libro, storceranno la bocca in segno di disapprovazione. Voto 6.