Eliporto dell’ospedale: la parola al Tar. Il concessionario Sat vuole annullare lo stop

Scattato il ricorso contro le decisioni di Arpat, Comune e Provincia. Guerra infinita

L'elicottero Pegaso del 118

L'elicottero Pegaso del 118

Lucca, 29 maggio 2015 - Atterra direttamente a Firenze, alla sede del Tribunale amministrativo regionale, la vicenda dell’eliporto dell’ospedale «San Luca». Il concessionario Sat ha infatti avanzato ricorso al Tar nel tentativo di ottenere l’annullamento dello stop all’elisuperficie a cui hanno fatto muro – in modo compatto – Arpat, Comune e Provincia. Una alla volta: la nuova strada per l’ospedale e poi l’eliporto, vengono a galla le criticità di una localizzazione dell’ospedale sbagliata per tanti, troppi aspetti e contestata fin dall’inizio dagli abitanti. Il caso dell’eliporto, in particolare, era scoppiato nel corso della conferenza dei sindaci nel dicembre scorso.    In quell'occasione era stato illustrato il parere negativo del- l’Arpat che considerava la struttura di servizio all’ospedale troppo vicino alle case. Prova ne era stata il primo volo sperimentale che aveva fatto saltare le tegole del tetto di un’abitazione nelle vicinanze (a questo proposito nelle ultime settimane l’Asl ha dichiarato di essere disponibile a un risarcimento). Il no deciso dell’Arpat aveva preceduto la decisione del Comune che, basandosi proprio sui rilievi effettuati nell’ottobre scorso, aveva dichiarato di non poter rilasciare il nulla osta. Il fronte del no si era allargato con il parere negativo della Provincia. Alla fine era giunto il tentativo di mediazione dell’Asl che, cercando un difficile compromesso, aveva scelto la strada di proporre deroghe per consentire un certo numero di atterraggi degli elicotteri di emergenza durante l’anno. E’ vero che un ospedale nuovo che non può nemmeno dotarsi di una piattaforma per l’elicottero è un aperto controsenso, così come lo è, però, anche la vicinanza alle abitazioni. Difficile trovare una via d’uscita, tra considerazioni di puro buon senso e l’oggettività di una situazione, e di una collocazione del nuovo ospedale, che ben poco consente. Adesso la parola spetta al Tribunale amministrativo regionale, chiamato a esprimersi sulla contorta vicenda.    Certo che appaiono sempre più motivate le proteste dei residenti che fin dall’inizio si opposero alla localizzazione del nuovo ospedale, sostenuti anche da alcune forze politiche e da alcuni movimenti civici. A poco più di un anno dall’apertuta del nuovo ospedale molti sono stati i problemi emersi proprio in ordine alla localizzazione e la stessa apertura fu rinviata di mese in mese in attesa di avere una serie di «nulla osta» che arrivarono ben oltre la data indicata. «Lo scomodo e ingombrante vicino di casa – come lo definiscono i residente – dobbiamo sopportarlo, nel bene e nel male, non soltanto noi confinanti ma anche tutta la cittadinanza della zona est della città. Oltre ai problemi della strada e dell’eliporto ci sono quelli idrogeologici legati alla perdita di 110mila metri quadrati di naturale cassa di espansione».