"I guai di Aamps: è l’eredità di chi c’è stato prima"

Sondaggio ‘on the road’: su 10 intervistati solo uno vuol cacciare i M5S

Il sindaco Nogarin in redazione

Il sindaco Nogarin in redazione

Livorno, 10 maggio 2016 - "Per strada vado a giro a testa alta". Passeggiando per Livorno sembra che il sindaco abbia proprio ragione. A "Fuori Onda" domenica sera Filippo Nogarin aveva risposto alle domande incalzanti dei giornalisti dicendo di essere tranquillo e di poter andare per strada senza alcun problema. Ieri abbiamo fatto una prova, addentrandoci per le vie del centro e in effetti la maggior parte dei livornesi da noi incontrata si schiera col primo cittadino. O almeno non contro.

Anche se la faccenda è abbastanza delicata e perciò è meglio non metterci la faccia. Ma i pareri sono stati tutti abbastanza unanimi. "Un conto è essere colpevoli – dice uno dei nostri intervistati, un signore sulla cinquantina, a pranzo alla Cantina Nardi – un altro è essere indagato. Siamo in uno Stato che considera le persone innocenti, fino a quando non sono giudicate colpevoli. Perciò aspettiamo. Ma sono sicuro che Nogarin non c’entri niente, anche perché è stato proprio lui a tirare fuori la questione Aamps, attivando l’inchiesta. Sarebbe proprio un autogol se risultasse colpevole".

Idem con patatine anche per Maria Teresa Bechi, una delle poche che ha voluto rilasciare la propria identità. "Viviamo in un paese alla rovescia, nel quale l’unico che ha voluto indagare sulla questione Aamps ha ricevuto un avviso di garanzia. Ma ci dimentichiamo dei 42 milioni di debito che abbiamo ereditato da chi c’era prima".

Un altro che parla è Luciano Brizzi, ma anche per lui nessuna foto. "Credo che la scelta di inviargli l’avviso di garanzia sia solo il modo per tutelarlo. Ci sono cose che noi non sappiamo, ma sono sicuro che la giustizia farà il suo corso. Non ho votato i Cinque Stelle, ma i livornesi non sono stupidi e hanno capito benissimo da che parte sta il buon senso. Non si tratta di appartenenza politica, ma di intelligenza. Com’è possibile che una persona sia colpevole se è stato proprio lei ad azionare l’indagine?".

"Io non ho votato né Pd né Grillo – racconta Emiliano Fanelli – ma mi aspettavo che Nogarin facesse meglio. Ha raccontato tante bugie e si è preso gioco dei tanti livornesi che hanno creduto in lui. A me i movimenti non piacciono, così come le nuove sigle. Io sono di sinistra e sono sempre rimasto fedele ai miei ideali. Non so se il sindaco sia colpevole o meno, ma di sicuro da una figura così di spicco, mi aspetterei un altro tipo di atteggiamento. Prima ancora di sbandierare la propria innocenza e onestà, avrei fatto parlare i fatti".

Qualche scandalizzato, però, c’è. E non potrebbe essere altrimenti, soprattutto dal punto di vista della coerenza. "I grillini – spiega Laura Petracchi – sono i primi a puntare il dito contro gli altri, non appena succede qualcosa. Secondo questo ragionamento, Nogarin si sarebbe subito dovuto dimettere. E trovo scandaloso che non lo abbia fatto, non tanto perché la città glielo abbia chiesto, ma perché glielo abbiano detto dai piani alti del Movimento".