Piazza verdi: il Consiglio di Stato sospende la sentenza del Tar

Rresurrezione (virtuale) dei pini: la contesa sul merito rinviato a gennaio. Lavori sospesi al centro

Piazza Verdi

Piazza Verdi

La Spezia, 23 luglio 2014 - I PINI non ci sono più ma è come se idealmente ci fossero. O meglio: non è allo stato escludibile in futuro un riposizionamento del filare al centro di piazza Verdi. La pensa così il Consiglio di Stato che, se da un lato rinvia la soluzione sul merito della contesa all’udienza fissata il 27 gennaio 2015, dall’altro - accogliendo la domanda di Verdi Ambiente e Società, Legambiente e Italia Nostra - conferma la sospensione dell’efficacia della sentenza con la quale il Tar, il 19 maggio scorso, aveva accolto il ricorso del Comune della Spezia contro la Soprintendenza ai beni culturali per la revoca parziale dell’autorizzazione ai lavori di ’riqualificazione’ di piazza Verdi previsti dal progetto Vannetti-Buren, revoca - tesa a salvare i pini, accertato il loro interesse culturale all’esito dell’istruttoria d’ufficio della Soprintendenza dopo la scoperta dell’età ultrasettantennale - cancellata nel giudizio di primo grado che aveva smentito la Soprintendenza stessa: il progetto originario di piazza Verdi non contemplava i pini, posizionati nel 1939. Ne era seguita all’epoca la decisione a razzo del Comune di abbattere gli alberi, facendo leva anche sulla salute cagionevole di alcuni. Ieri il nuovo colpo di scena. Il Consiglio di Stato, in composizione collegiale, ha confermato la portata dell’ordinanza con la quale, il mese scorso, il giudice monocratico, nel primo segmento della fase cautelare dell’appello (senza discussione fra le parti), aveva sospeso l’efficacia della sentenza del Tar, accogliendo l’istanza dell’associazione Vas. Il verdetto di primo grado, per capirci, non è stato annullato. Ma ’congelato’ in attesa dello sviluppo processale, all’inizio del prossimo anno.

Risultato concreto: altolà ai lavori al centro della piazza, agli architetti di Buren, alla vasca. I lavori possono procedere solo sul lato monte, in analogia con quelli, conclusi, sul lato mare. Il Consiglio di Stato si è dunque rivelato sensibile alle istanze cautelari del fronte degli ambientalisti — in aula gli avvocati Piera Sommovigo (Legambiente), Rino Tortorelli (Italia Nostra), Daniele Granara (Vas), presente il consulente Marco Grondacci - che traguardano l’obiettivo del ritorno dei pini, al pari della Soprintendenza, intervenuta a difendere le sue determinazioni contro le ragioni del Comune, assistito dagli avvocati Stefano Carrabba e Giovanni Corbyons. Ma ecco, testuali, le considerazioni con le quali il Consiglio di Stato spiega la sospensione della sentenza del Tar 1) Per il rilievo ambientale della vicenda in relazione alla qualità degli appellati; 2) Perchè i provvedimenti impugnati concernono l’intero assetto architettonico e culturale di piazza Verde e non già il solo originario filare di pini, nelle more abbattuto; 3) Perchè il Codice dei Beni Culturali mira alla tutela della piazza testimonianza materiale di civiltà; 4) Per l’autonomia della verifica del relativo interesse storico e culturale rispetto alla vicenda autorizzatoria; 5) Perché, in riferimento al complessivo bene di interesse pubblico tutelato, l’esecuzione della sentenza può comportare un pregiudizio grave e irreparabile, rispetto alla valutazione e alla cura dell’interesse pubblico in questione, cura che compete all’amministrazione dei Beni Culturali. Primo commento prima di andare in tipografia: «Tende ad evidenziarsi la natura vandalica del blitz col quale il Comune ha tagliato tutti i pini» , dice il consigliere comunale Giulio Guerri. 

Corrado Ricci