"Liguria martoriata dalle bombe d’acqua? Torniamo a pulire boschi, canali e torrenti"

Legambiente chiede un piano per interventi urgenti nelle aree abbandonate / CONTINUA L'ALLERTA METEO IN LIGURIA / EVACUATI, FRANE ED ESONDAZIONI AD ORTONOVO / NEL MIRINO DELLA PROCURA GLI INTERVENTI LUNGO IL PARMIGNOLA / I LAVORI PER COSTRUIRE UN ARGINE PROVVISORIO / COS'E' UNA BOMBA D'ACQUA? / ESONDA IL PARMIGNOLA / LA FURIA DEL PARMIGNOLA-VIDEO

Gli ultras dello Spezia

Gli ultras dello Spezia

La Spezia, 13 novembre 2014 - NON solo cementificazione. La colpa delle alluvioni è da attribuire anche all’assenza di manutenzione delle zone montane e pedemontane e di una cultura di gestione sostenibile del territorio; vale a dire interventi indispensabili per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, i danni delle bombe d’acqua, da qualche anno incubo degli autunni caldi della Liguria. Un verdetto di colpevolezza quello pronunciato da Legambiente a bocce ferme, quando le nuvole minacciose se ne sono andate, lasciandosi sulla scia danni, disagi, morte. Certo, lo sviluppo edilizio incontrollato, talora abusivo, ha fatto la sua parte. Ma il paesaggio naturale è stato alterato dall’incuria dell’uomo. Basta portare le lancette del tempo agli anni Cinquanta per capire che i torrenti scorrevano verso vale su letti puliti privi di piante e detriti, che nelle adiacenza avevano aree di golena, la quale veniva sommersa dalle piena limitando i danni a valle. Legambiente spinge sull’acceleratore «la necessità di ripristinare la canalizzazioni delle acque a monte, da troppo tempo trascurate con progetti e azioni su fiumi, torrenti e rii minori che consentano il mantenimento dei consorzi vegetali e delle piante utili a rallentare il flusso dell’acqua, rimuovendo invece i pericolosi alberi abbattuti, secchi e abbandonati». Stop dunque alla «logica per cui gli spazi vengano sottratti al fluire dell’acqua, facendo aumentare il rischio per la popolazione». Ancora una volta la Liguria è stata martoriata. Spezia ha pagato in questi giorni un prezzo durissimo a Marinella, a Castelnuovo, a Ortonovo. La memoria va a quel maledetto a quel maledetto 25 ottobre 2011, giorno di morte in Val di Vara e Riviera a causa dell’alluvione. «Ci auguriamo – concludono per Legambiente Santo Grammatico, presidente regionale e lo spezzino Massimo Maugeri  del Circolo Verde di Chiavari – che la drammatica lezione che arriva dalle zone alluvionate e dissestate della nostra regione in queste ultime settimane sia di monito per chi pianifica l’utilizzo del territorio. Siamo felici che il ministro dell’Ambiente Galletti dichiari che non ci saranno più condoni edilizi che hanno rappresentano uno sfregio al suolo. E’ necessario invertire le priorità negli investimenti perché è ancora troppo sbilanciata la bilancia economica tra il piatto delle pericolose e inutili infrastrutture stradali che tagliano i nostri gracili versanti e quello della capillare manutenzione del territorio con il rilancio di una edilizia che sappia garantire sicurezza ai cittadini e tutela dell’ambiente».

Manrico Parma