Skaters, la città è anche loro

Anna Pucci

Anna Pucci

La Spezia, 17 marzo 2017 - Beati loro. Vederli “volare”, così felici, è uno spettacolo. Beati loro per l’età che hanno, per l’agilità, per la capacità di divertirsi con così poco. Ma anche per i ragazzi sullo skate, come per i coetanei che coltivino altre passioni non facili da capire per chi appartiene a una generazione diversa (e pensiamo ai writers), di spazi adeguati alla Spezia non ce n’è. C’è, invece, ancora troppo diffusa, una certa malcelata insofferenza quando, non avendo alternative, li si ritrova a utilizzare luoghi pensati per altri usi. Già, tutti bravi a dichiarare che “i giovani sono il futuro”. Basta che non si comportino da giovani, che non sperimentino, che non facciano scelte diverse da chi li ha preceduti. E questo è un primo tema: l’esigenza che la città sia anche a misura loro.

Ma dei giovani, anzi, dei giovanissimi ci siamo occupati, l’altra settimana, anche sotto un profilo diverso: quello della lezione di ipocrisia che ricevono quando, con una facilità sconcertante e nell’indifferenza generale, possono accedere a tabacchi e alcolici. Che ai minorenni sono vietati nella logica di una protezione della loro salute. Ecco, anche in questo caso, il tema, alla fine, non sono neanche i ragazzi, con la loro inesperienza e le loro fragilità che li portano a forzare i confini del divieto. Il tema è l’inospitalità, o l’ostilità, di ciò che gli sta intorno.

Non è possibile ignorare la tossica contraddizione sociale di fronte alla quale la cronaca ci mette. A proposito di giovanissimi, capita di riceve proteste per i rumori della movida, e magari per quelli degli skate. Non ci è, ad oggi, capitato di poter registrare l’intervento tutelante di un adulto quando (la nostra inchiesta di una settimana fa lo ha dimostrato) a un minorenne vengono venduti alcolici.

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