Pensioni bloccate, "Tradito dallo Stato". La carica dell'ex funzionario Oto

La parola alla Corte Costituzionale

Franco Micheletto

Franco Micheletto

La Spezia, 22 novembre 2016 - «Con la decisione del giudice del lavoro Gabriele Romano ritrovo la fiducia nello Stato che pm purtroppo, avevo perso in conseguenza delle scelte di governanti privi di senso della giustizia, che hanno calpestato i diritti dei pensionati. Mi convinco sempre di più che solo la magistratura costituisce la parte sana dello Stato, sulla quale confidare per recuperare il senso di appartenenza al Paese».

Franco Micheletto, ex funzionario dell’ufficio legale dell’Oto Melara, ha 70 anni ed è in pensione dal 2007, dopo 41 anni e mezzo di servizio. E’ un uomo che ha dato tanto all’azienda e alla comunità; ne fanno testimonianza i riconoscimento ottenuti dallo Stato: Cavaliere al merito della Repubblica, Maestro del lavoro, Ufficiale della Croce Rossa. «Uno Stato – dice – che ho servito e amato con dedizione e che poi mi ha tradito».

Il riferimento, in primo luogo, è alla beffa inferta dal Governo Monti col blocco della rivalutazione delle pensioni, sotto la minaccia del default. «Ci voleva poco a capire che quel dicktat violava la Costituzione e, con essa, il patto che si instaura fra cittadino e Stato con l’ingresso nel mondo del lavoro: paga i contributi che, quando maturerai l’età, avrai la pensione commisurata agli stessi. Per questo c’era da aspettarsi la sentenza con la quale la Corte Costituzionale rilevò il tradimento. Ma questo, lungi dell’essere superato, continua, per effetto del Governo Renzi, con le altre norme beffa che, per chi ha la pensione come me, 2200 euro al mese, lasciano le cose come stanno o le spostano, per le pensioni inferiori, di poco».

Chi ha più risorse rispetto agli altri deve concorrere di più, in progressione, alla tenuta delle casse dello Stato. Anche questo è un principio Costituzionale...

«E, infatti, ci sono le tasse, a tal proposito modulate. Ma toccare le pensioni, nella forma del mancato adeguamento al costo della vita, è un furto. Lo dico, al di là del quantum, per una questione di principio, fondato sul patto che avevo instaurato con lo Stato al momento dell’ingresso nel mondo del lavoro: paga e avrai, anche con riferimento all’adeguamento del costo della vita. Certo, non ho grossi problemi finanziari; anche mia moglie ha la pensione. E lei stessa è stata beffata. Condividiamo il tradimento infertoci dallo Stato e. ora, l’azione di rivalsa».

Come è maturata?

«All’Oto Melara ho avuto modo di apprezzare la professionalità dell’avvocato Cipollini e mi sono rivolto a lui per sviluppare un’azione legale che, oltreché mossa per il rispetto dei diritti, si rende doverosa, per tanti pensionati italiani che hanno patito le scelte dei governi. Ci sono altri modi per fare cassa; non sulla pelle dei pensionati. Attendo ora fiducioso le decisioni della Consulta».