Morti nel burrone traditi dal buio, nessun dubbio: erano due ladri acrobati

Trovato uno zaino con arnesi da scasso accanto ai cadaveri in tuta nera. I due volevano rubare in una villetta; sono stati messi in fuga dall’allarme e il buio li ha traditi

Un'ambulanza nella zona della tragedia. Nel riquadro Fabiol Kycyku, una delle vittime

Un'ambulanza nella zona della tragedia. Nel riquadro Fabiol Kycyku, una delle vittime

La Spezia, 26 maggio 2017 - TUTE nere aderenti per muoversi in scioltezza, guanti di lattice scuri a rivestire le mani. E poi quello zaino pieno di arnesi capaci di scardinare porte e finestre, al fianco ai loro corpi sfracellati. Nessun dubbio, per gli inquirenti: a perdere la vita a causa del volo choc dalla scarpata ai margini della strada Litoranea sono stati due giovani apprendisti ladri acrobati. Volevano razziare una villetta; sono stati messi in fuga dall’allarme e il buio li ha traditi: cercavano di guadagnare il bosco per far perdere le loro tracce ma non si sono accorti che al di là della rete metallica che delimita la strada c’è il vuoto. Sono precipitati da 40 metri, ribalzando nella parte scoscesa per poi impattare ai margini del piazzale dell’ex cava dell’Acquasanta. Una morte terribile, che ha devastato i loro corpi atletici.

«Traumi compatibili da caduta da precipitazione», con questi termini l’anatomopatologa Susanna Gamba ha repertato le ferite, dopo la ricognizione esterna. Oggi effettuerà l’autopsia, su incarico del pm Federica Mariucci, che ha aperto un fascicolo senza titoli di reato, escludendo cause esterne al comportamento dei ragazzi. L’IDENTITÀ di uno è nota: Fabiol Kycyku, 19 anni, il ragazzo di cui lo zio aveva denunciato la scomparsa martedì mattina in Questura, dopo il mancato rientro a casa nella nottata di domenica. Dell’altro gli inquirenti conoscono solo il profilo Facebook. Ma il nome riportato nel social network potrebbe non essere quello registrato all’anagrafe. Di qui il riserbo sull’identità. I due ragazzi hanno agito da soli? Probabilmente no, secondo gli inquirenti. Sulla Litoranea non sono state trovare auto riconducibili ai due ragazzi. Forse sono stati accompagnati lì da un terzo soggetto, che poi, al suono dell’allarme nella villetta, alle 23 di domenica sera, si è dileguato, andando via per conto suo, nell’attesa di stabilire un contatto con gli altri componenti della «batteria», che non si sono fatti vivi. Hanno trovato la morte dopo dopo, nel tentativo di darsi alla fuga, sospettando che la Polizia potesse, da lì a poco, mettersi sulla loro tracce. Sul posto, invece, solo la pattuglia dell’istituto di vigilanza privata la Lince e, all’esito del sopralluogo che non ha palesato segni di effrazione, nessuna segnalazione alle forze dell’ordine.