Il Paradiso può essere solo per pochi: numero chiuso, la viceministra rilancia

La Borletti sulle Cinque Terre: "Dobbiamo dire basta a un turismo non sostenibile"

Vista sul mare alle Cinque Terre

Vista sul mare alle Cinque Terre

Cinque Terre, 12 maggio 2017 - ENTRA a gamba tesa nel dibatitto sul così detto “numero chiuso” per i turisti Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretaria targata Pd al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. L’argomentazione è lineare: ci sono luoghi e monumenti che non possono “reggere” l’impatto del turismo di massa se non mettendone a repentaglio la conservazione. Quindi basta chiacchiere, preconcetti e polemiche: si passi ai fatti per porre un argine alle fimane di villeggianti. Anche alle Cinque Terre, ma non solo.

LA SOTTOSEGRETARIA ha affidato le sue riflessioni a un post pubblicato ieri sul suo blog su internet (ilariaborletti.it) e per farsi capire meglio ha fatto riferimento esplicito al sindaco di Monterosso, Emanuele Moggia, del suo stesso partito, che in questi giorni ha rilasciato dichiarazioni dicendo un secco «no» all’ipotesi numero chiuso, ritenendolo peraltro irrealizzabile. La viceministra con delega all’Unesco, in realtà, amplia il tiro non limitandosi alle sole perle spezzine: «Una città come Venezia, che ha ancora 54.000 abitanti, può sopportare il peso di 30 milioni di turisti all’anno? Possono Capri, o le Cinque Terre – si domanda retoricamente nel suo intervento – reggere in certi momenti dell’anno flussi tali che non permettono di camminare e di godere delle bellezze che questi luoghi offrono? Può la fontana di Trevi essere assalita da milioni di persone che oltretutto in qualche caso non la risparmiano nemmeno da atti vandalici? La risposta sensata e ovvia è No!». Secondo Borletti «l’incremento esponenziale del numero dei visitatori anche a causa della crisi che ha investito i paesi mediterranei sta soffocando alcuni luoghi nei quali oltre a tutto la vita dei residenti è diventata impossibile. Senza contare l’effetto dannoso di un turismo non sostenibile sulla fragilità di alcuni di essi, vedi il caso di Venezia o quello delle Cinque Terre». Bisogna guardare in faccia alla realtà, esorta.

E AGGIUNGE: «Capisco le ragioni del sindaco di Monterosso ma altrettanto mi rendo conto che eludere il problema sia un errore madornale. Quella che può essere una straordinaria spinta alla crescita economica può diventare invece un boomerang che non solo non porta sviluppo diffuso sul territorio ma crea danni al patrimonio culturale e naturalistico». In definitiva, come chiarisce nel titolo del suo intervento, per la ministra la parola d’ordine è chiara: «Numero chiuso per i turisti: basta polemiche, è il momento delle decisioni».