A spasso coi soldi di Acam: due licenziati

Scoperta la ‘gabola’ della Viacard. E uno risultava timbrare il cartellino mentre era... in autostrada

Operai al lavoro (foto di archivio)

Operai al lavoro (foto di archivio)

La Spezia, 6 febbraio 2016  - LICENZIATI in tronco, e con un’accusa pesantissima – quella di aver utilizzato strumenti e risorse economiche aziendali a scopi privati –, che per il momento ha innescato il più severo dei provvedimenti disciplinari, ma che potrebbe avere come appendice anche una denuncia alla Procura. A farne le spese sono stati due dipendenti di Acam Acque, operativi nella sede di via Picco ma residenti nella vicina provincia massese. Il provvedimento è stato assunto dai vertici della società all’esito di una contestazione disciplinare notificata ai diretti interessati nei giorni scorsi e giustificata da un dettagliato elenco di anomalie riscontrate nell’utilizzo della Viacard aziendale, la carta impiegata per il pagamento del pedaggio autostradale. Si tratta di irregolarità emerse a carico dei due lavoratori nel corso di una campagna di controlli avviata dal management aziendale con l’intento di individuare ed eliminare eventuali sacche di spreco, in piena sintonia con quella logica dell’appropriatezza di spesa e dell’austerità tornata di moda ai piani alti di via Picco e che negli ultimi anni ha contribuito non poco a risollevare le sorti della multiservizi.

IN ENTRAMBI i casi l’istruttoria è corredata da pagine e pagine di riferimenti documentali, con l’indicazione delle timbrature in entrata e uscita dal servizio e le ‘strisciate’ registrate per ogni tratta autostradale coperta. L’incrocio dei dati ha portato a scoprire la beffa: i passaggi al casello sono stati fatti, nella quasi totalità dei casi, con un’auto e non con mezzi operativi dell’azienda, ossia furgoni e camion attrezzati; le registrazioni rimandano poi a caselli autostradali che spesso si trovano fuori dalla provincia della Spezia – a Massa, zona di residenza dei due lavoratori colpiti da licenziamento, ma anche a Lucca, a Viareggio, a Pisa; risulta inoltre che la viacard sia stata utilizzata, ovviamente a carico dell’azienda, anche fuori dall’orario di servizio o addirittura in giornate non lavorative, durante le ferie e perfino nella notte di Capodanno; i tempi di permanenza nel luogo di destinazione spesso sono poi talmente esigui da non giustificare un viaggio autostradale a fini lavorativi, soprattutto in corrispondenza della pausa pranzo, fatto che tra l’altro in azienda comporta l’attribuzione del ‘bonus’ per il pasto fuori comune; infine, i due dipendenti avrebbero anche sporadicamente utilizzato mezzi aziendali in giornate nelle quali non lavoravano, e quindi per scopi squisitamente personali, ma sempre a carico della collettività. Insomma, ce n’era abbastanza per giustificare l’avvio della contestazione disciplinare. I due, difesi dall’avvocato Francesco Vetere del foro di Massa, hanno prodotto una memoria difensiva, negando gli addebiti ma dichiarandosi disponibili a rifondere il danno. Le giustificazioni tirate in ballo non hanno però convinto l’azienda, che ieri ha avviato il licenziamento, procedura che adesso potrà essere impugnata in tribunale.