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La tragedia dei tre sub morti, il procuratore: "Non si capisce bene cosa possa essere accaduto"

Disposte le autopsie: saranno eseguite mercoledì / LA TRAGEDIA / L'OBITORIO - FOTO / SGOMENTO DOPO L'ACCADUTO - FOTO SCONTRO IN MARE, DUE FERITI ALL'ARGENTARIO

I tre sub morti alle Formiche: Giaimo, Cioli e Trevani

Grosseto, 11 agosto 2014 - Tragedia dei tre sub morti ieri al largo della costa grossetana"Non si comprende bene cosa possa essere accaduto. Non trascuriamo alcuna ipotesi", ha detto il procuratore di Grosseto, Francesco Verusio.

 

Al momento, ha spiegato il procuratore, non ci sono indagati né ipotesi di reato. "Per avere un quadro più chiaro della situazione ci vorrà ancora qualche giorno - ha aggiunto -  e accertamenti tecnici sull'attrezzatura da sub: sia le bombole sia la strumentazione per ricaricarle" 

 

La procura ha disposto le autopsie sui corpi dei tre sub; saranno eseguite mercoledì.  A coordinare le indagini è il sostituto procuratore di Grosseto Stefano Pizza. I sub morti sono il dottor Fabio Giaimo, 57 anni, esperto anestesista dell’Usl 1 in servizio nell’ospedale di Castiglione del Lago, sposato con una collega e padre di un ragazzo poco più che ventenne studente di Architettura a Firenze; Enrico Cioli, 32 anni, tappezzerie con attività a Bastia Umbra; Gian Luca Trevani, 35 anni, nato a Foligno ma residente a Bastia Umbra, tecnico informatico esperto in immersioni tanto da aver conseguito il brevetto di istruttore. 

 

PARLA L'ISTRUTTORE CHE AVEVA ORGANIZZATO L'USCITA DURANTE LA QUALE SONO MORTI I TRE SUB

"Quando sono uscito dall'acqua ho cercato di rianimare Fabio Giaimo per diversi minuti ma inutilmente. Poi, per lo sforzo e per il caldo mi sono sentito male": a parlare e' Marco Barbacci, istruttore e presidente del club Thalassa che aveva organizzato l'uscita alle Formiche di Grosseto nel corso della quale sono morti tre sub. Immersione alla quale lui stesso era presente e che ora ha raccontato ancora sotto choc. 

 

"Ho un'idea precisa di cosa sia successo - ha detto Barbacci all'ANSA - ma c' e' un'indagine in corso e quindi preferisco non rivelarla".  Quella di ieri, sottolineano comunque al Thalassa, doveva essere un'immersione "allegra, ricreativa, priva di rischi". Un gruppo di una decina di persone, tutte dotate di brevetto, divise come prassi a coppie. A diverse profondita' ma nella stessa area. Tutti con la propria attrezzatura ma con le bombole noleggiate dal diving di Talamone. "Io - ha spiegato Barbacci - ero con un neo brevettato. Dopo dieci-15 minuti Giaimo ha segnalato di avere un problema fisico e il suo gruppo ha cosi' cominciato una risalita di emergenza, piu' veloce del normale ma sempre in assoluta sicurezza".

 

L'istruttore ha proseguito ancora per qualche minuto la sua immersione e una volta tornato in superficie si e' reso conto del grave problema di Giaimo (mentre le altre due vittime erano su un'altra imbarcazione). "Gli ho praticato - spiega ancora - la rianimazione per diverse decine di minuti, poi mi sono sentito male e mi hanno portato in ospedale. Non sono comunque stato in camera iperbarica e il problema non ha avuto niente a che vedere con l'immersione".

 

Al Thalassa oggi hanno sottolineato che tutti i sub morti erano "allenati oltreche' esperti". "Anche Gianluca Trevani ed Enrico Cioli - hanno aggiunto i responsabili del club - erano stati da poco in vacanza in Egitto e a Malta. Avevano fatto molte immersioni. E quella di ieri - hanno concluso - doveva essere solo un'uscita ricreativa".