Orbetello, tutti i sapori della placida Laguna

Ubi Minor: alla scoperta della Laguna di Orbetello, un angolo paesaggistico unico al mondo. Essenza di una Maremma dalle mille sfaccettature.

Orbetello

Orbetello

Grosseto, 4 marzo 2016 - La Laguna rende tutto più placido. Rifulge dei colori accesi se il sole carezza l'acqua, rilassa lo sguardo se la giornata è grigia e uggiosa. Nel cuore del borgo - che la tradizione racconta fondato da Pietro II Farnese, comandante della cavalleria pontificia - è invece tutto un ribollir di vita. Il brulichio fatto di passi e rumori, di profumi di gastronomie o panifici in Corso Italia e nella piazza dedicata a Garibaldi. Calma e fermento. Il dicotomico incontro che è caratteristica intrinseca della Maremma, terra capace di contraddizioni e contrapposizioni enormi. Sublimi.

Orbetello, perché di Orbetello stiamo parlando, è un luogo magico. Né di mare, né di lago. Orbetello - carica di mille anni e più di storia - grazie alla conquista di Carlo V, fu sede dello Stato dei Presidi di Spagna, che si estendeva nel tratto litoraneo da Talamone a Capalbio nel Seicento che passò poi sotto i Borbone fino al 1801. E la Spagna qui è nell'aria.

E nelle strade, così come nei riflessi. Per questo Orbetello è un posto ideale per stare all'aperto, alternando la visita al centro storico per osservare la Cattedrale di Santa Maria Assunta, il palazzo del Podestà (con una bella loggia-porticato e la torre dell'orologio) e l'ex caserma Umberto I in piazza della Repubblica e le belle passeggiate sulla Laguna che appagano fisico e spirito.

Insomma Orbetello, l'avete capito, è un luogo da fine inverno-primavera. Il periodo è quello giusto per gustare ambienti unici e i sapori della tradizione gastronomica locale che va dal pesce povero alla bottarga, vera eccellenza ben oltre i confini maremmani. 

Non pensate di girare per Orbetello con tacchi alti o l'approccio snob e radical chic della non distante Capalbio. Dotatevi piuttosto di un paio di buone scarpe da trekking e preparatevi a incedere sul selciato sconnesso del centro o, meglio ancora, sulle passeggiate pedonali lungo i viali Mura di Ponente o di Levante, o ancora sulla diga che conduce fino alla località Terrerossa sul promontorio dell'Argentario.

Camminare è scoprire: la Laguna e Orbetello si vivono così. Mano nella mano per un bacio al tramonto guardando il sole che si nasconde dietro l'Argentario o correndo dietro ai bambini che si sporgono verso l'acqua, ma anche spingendo serenamente un passeggino se la prole ancora non vi toglie chili di dosso per la preoccupazione. In centro, dalle venti, si può optare per un 'ape' nei tanti localini, magari tenendo tra le mani il bicchiere in piazza dell'Eroe dei due Mondi. Mica sempre si può stare in marcia, no? 

 

Da non perdere

1) Cattedrale di Santa Maria Assunta, il duomo di Orbetello con la bella facciata in stile tardo gotico. Una gemma in piazza della Repubblica.

2) Le Mura, di origine etrusca poi rinforzate dagli spagnoli.

3) Il mulino spagnolo, ristrutturato e recuperato.

4) La passeggiata lungo i viali le Mura di Ponente e Levante.

 

Mangiare

1) Il cavaliere, specialità della cucina povera maremmana in un ambiente semplice a Orbetello Scalo.

2) I pescatori, il menù si compila fai-da-te e dunque è un modo un po' diverso di intendere una cena; la qualità del pesce è riconosciuta

3) Dalla Zia, nel cuore del borgo un locale che è un must

4) La pergola, trattoria con ottimo rapporto tra qualità e prezzo; 

5) Miseria e nobiltà, portate abbondanti, chilometro ridotto, gusto assicurato.

 

Sulle note di Viaggi e Miraggi di Francesco De Gregori