Giubileo, Grosseto scrive alle diocesi europee: "Fiumicino? No, atterrate da noi"

La società che gestisce l'aeroporto di Grosseto e il vescovo Cetoloni mandano una lettera a 370 diocesi europee

L'aeroporto di Grosseto (foto Aprili)

L'aeroporto di Grosseto (foto Aprili)

Grosseto, 16 giugno 2015 - Il Giubileo della Misericordia, indetto da papa Francesco a partire dal prossimo 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione e data evocativa per la storia recente della Chiesa cattolica (saranno 50 anni dalla chiusura del Concilio ecumenico vaticano II), diventa occasione preziosa per la Maremma per provare a rilanciare l’aeroporto civile di Grosseto come una delle possibile "porte" verso Roma.

Sollecitati anche dal dibattito innescato da La Nazione, il presidente della Seam (società gestrice dello scalo civile di Grosseto) Renzo Alessandri e il vescovo Rodolfo Cetoloni si sono incontrati per verificare insieme quali strade percorrere per legare all’evento giubilare la possibilità di rilanciare il ruolo dello scalo maremmano. E l’iniziativa è stuzzicante: verranno inviate a 370 diocesi dell’Europa lettere della Seam, accompagnate da una lettera del vescovo (tradotta in inglese) in cui l’aeroporto di Grosseto viene proposto come possibile alternativa per il traffico giubilare a Fiumicino, l’aeroporto della Capitale dove confluiranno i pellegrini da ogni angolo del mondo.

Una collaborazione nata con Seam che anche il vescovo Rodolfo ha sposato subito. «Ho aderito volentieri – ha spiegato il presule – per due ragioni. La prima è per il valore in sé del Giubileo della misericordia, che come scrive il papa nella bolla di indizione , è occasione per contemplare il mistero dell’amore di Dio; la misericordia è infatti fonte di gioia, di perdono, di relazione ed è l’atto ultimo e supremo con cui Dio ci viene incontro. Pertanto favorire nelle persone tutte le condizioni possibili perché si sentano partecipi di questo anno di grazia, lo vivano e lo assaporino anche attraverso pellegrinaggi a Roma è molto importante. La seconda ragione è che la Chiesa è inserita profondamente nel tessuto di questa terra e vuol contribuire come può alla sua crescita e alla sua promozione sul piano umano, sociale, economico. Ogni occasione che va in questa direzione va colta e incoraggiata. Per questo ho suggerito il contatto con le diocesi europee, così come è molto importante proporre itinerari di viaggio che prevedano tappe come quella di Orvieto, perché il pellegrinaggio non è compiere un tragitto veloce verso la meta, ma è preparare tutta la nostra persona, anche attraverso tappe ben congegnate, all’incontro con Dio. La proposta che viene dal territorio mi pare allettante: speriamo – ha concluso il vescovo - che ci siano risposte, farebbero bene alla nostra economia, ma anche alla nostra umanità, in questo desiderio che anche come diocesi ci sta muovendo di aiutare il territorio a dilatare il proprio animo, ad ampliarsi, contro ogni tentazione di chiusura e di autoreferenzialità».