Disabile trovato con la testa fracassata. Arriva la svolta, un fermo

Antonio Tucci dovrebbe essere stato ucciso con il suo bastone

Antonio Tucci, la vittima

Antonio Tucci, la vittima

Grosseto, 11 dicembre 2015 - Una violenza inaudita. Un accanimento inutile. Antonio Tucci è stato ucciso nella sua casa da una persona che forse conosceva molto bene. Ma che non ha esitato a scagliarsi contro quell’anziano disabile. Per fracassargli il cranio con almeno cinque colpi molto forti potrebbe aver usato il bastone che l’uomo utilizzava quelle poche volte che usciva dal suo appartamento che si trova nella piazza principale di Castel del Piano.

Ma le indagini hanno avuto un’accelerata proprio nella serata di ieri: quando pare che il gip di Grosseto abbia firmato un provvedimento di fermo nei confronti di un uomo, accusato di aver ucciso l’anziano disabile. Gli inquirenti si sono mossi in una precisa direttrice: da una parte scoprire l’arma di un delitto così efferato (anche in queste ore i militari stanno perlustrando le pertinenze della piazza, dai cassonetti per l’immondizia ai tanti anfratti dove potrebbe essere finito il bastone) e dall’altra riuscire a chiudere il cerchio su quello che potrebbe essere stato il movente.

Sul perché un anziano di 71 anni, ex pasticcere che sull’Amiata non era conosciuto praticamente da nessuno, sia stato ucciso a bastonate. Forse con quello stesso bastone che utilizzava per aiutarsi a camminare e che non sarebbe stato trovato nell’appartamento. Pare infatti scartata l’ipotesi di una rapina finita nel sangue: troppo pochi i soldi che l’uomo aveva da parte e anche la prima ipotesi, ovvero quella del furto, si sta affievolendo.

E’ invece molto plausibile che la casa a soqquadro sia stata messa proprio per inscenare una finta rapina, magari per far credere che l’uccisione fosse avvenuta al culmine di una lite perché l’anziano non voleva rivelare dove aveva nascosto i pochi ricordi e l’orologio. Sono almeno altre tre le ipotesi sulle quali gli inquirenti stanno lavorando incessantemente da alcuni giorni. Anche di notte. Elementi che proprio in queste sono stati approfonditi dagli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Laura D’Amelio e dal procuratore capo Raffaella Capasso. Ulteriori sviluppi si attendono, invece, dalla cerchia di familiari o conoscenti che rappresentano passato e presente di quell’anziano disabile trovato massacrato sul pavimento della cucina. Antonio Tucci, prima di trasferirsi a Castel del Piano con la compagna Ilva Lorenzoni, aveva avuto quattro figli.

Ha anche cinque fratelli e nove nipoti. Figli che negli ultimi anni non avevano però più rapporti con l’anziano padre che da Roma si era trasferito sull’Amiata quasi come per chiudere con un passato doloroso. Ed è proprio sui rapporti familiari che l’indagine in queste ultime ore si è indirizzata. Magari cercando di capire se qualcuno possa aver approfittato di quell’anziano per avere qualcosa. Oppure per chiudere un «conto» rimasto in sospeso. Ipotesi. Che comunque rimangono in piedi.

Ma i parenti non erano gli unici a vedere Antonio: c’erano anche i volontari che ogni giorno passavano da casa per l’assistenza domiciliare, da circa due anni, da quando l’uomo è rimasto solo dopo la morte della compagna. I carabinieri del Ris infine, a parte tracce di sangue, non avrebbero trovato elementi significativi che possano aver indirizato le indagini. L’autopsia sul corpo di Tucci dovrebbe svolgersi nei prossimi giorni.