PIER FRANCESCO DE ROBERTIS
Cronaca

Vatileaks sullo sfondo

Il commendo del direttore de La Nazione Pier Francesco De Robertis

Pierfrancesco De Robertis

Pierfrancesco De Robertis

Firenze, 11 novembre 2015 - I «PASTORI con l’odore delle pecore» fecero parte della narrazione bergogliana già da subito, dal giorno successivo al conclave che elesse Francesco il 13 marzo 2013. Poi era venuto «l’ospedale da campo», la «Chiesa povera per i poveri» e il resto. Quindi nulla di nuovo, verrebbe da dire ascoltando il discorso che il Papa ha rivolto ieri mattina agli Stati generali della Chiesa italiana riuniti nella cattedrale di Firenze. E invece di nuovo c’è tutto, perché le stesse parole di due anni fa pronunciate stavolta davanti ai cardinali e ai vescovi italiani assumono un rumore diverso, quello inconfondibile di un ceffone. Poiché giungono dopo tutto ciò che è accaduto nell’ultima settimana, quando dal Vaticano hanno iniziato a filtrare prima i rumors di nuovi scandali nella curia vaticana, poi ha preso il via la lettura pubblica di due libri-inchiesta redatti con documenti in gran parte trafugati da casseforti contenute nella sacre stanze e passati di nascosto ai giornalisti, e infine si è assistito all’arresto di due collaboratori della Santa Sede. I discorsi felpati del passato, i «moniti», le «prolusioni» sono un ricordo, le parole del Papa adesso sono nettissime.

I RIFERIMENTI che ha fatto Bergoglio al denaro, al potere, all’inutile ossessione di «dover preservare la propria gloria» e la «propria dignità» non hanno potuto non far venire nella mente di chi ascoltava i casi dei cardinali «scoperti» ad abitare in superattici da 3-400 metri quadri, alle spese di ristrutturazione di appartamenti pagati da chissà chi e in generale a una gestione in diversi casi poco chiara dell’ingente patrimonio della Chiesa. Alcuni dei presuli finiti nell’occhio del ciclone erano ieri in duomo. Il Papa ne aveva già parlato domenica scorsa direttamente dalla finestra del suo appartamento, appellendosi al popolo, ma adesso ribadendolo davanti ai delegati di tutte le diocesi ha voluto ufficializzare ancora di più il suo orientamento. Francesco ha anche corso il rischio di un riferimento ardito, quello a don Camillo, prete manesco, rissoso ma vicino alla gente, pur di avere la certezza di essere inteso e toccare i cuori. È quella Chiesa che vuole, quelle scarpe grosse, quella voglia di sporcarsi la mani. Forse alla fine riuscirà a farsi intendere.

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