Picchiarono e rapinarono un rappresentante di preziosi, trovati i colpevoli

Un arresto, l'altro è ricercato. Usavano la tecnica deri "filatori": ecco in cosa consiste

Il rappresentante pedinato dai banditi

Il rappresentante pedinato dai banditi

Firenze, 27 maggio 2015 - La squadra mobile della Questura di Firenze ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Firenze, nei confronti di due sudamericani, con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, responsabili della rapina a un rappresentante orafo avvenuta il 25 giugno 2014 in via Ponte a Giogoli, a Sesto Fiorentino.

La rapina fu messa a segno quando il rappresentante, dopo essersi allontanato del centro di Firenze dove aveva fatto visionare il suo campionario ad alcune gioiellerie, era giunto con la propria autovettura presso la ditta per la quale lavora a Sesto Fiorentino. Sceso dall’autovettura fu avvicinato da due uomini che, dopo averlo aggredito con calci e pugni, gli rubarono il trolley contenente preziosi in oro per un valore di circa 100mila euro.

Le indagini condotte dalla sezione antirapina della Mobile fiorentina hanno consentito di individuare il modus operandi adottato dai rapinatori, in gergo meglio conosciuto come la tecnica dei ‘filatori’. Attraverso tale tecnica i rapinatori si posizionano nelle zone cittadine ad alta concentrazione di negozi di preziosi al fine di individuare i rappresentanti di gioielli che si allontanano dall’area. Con una struttura organizzativa ben collaudata di ‘pali’ e ‘pedinatori’, la vittima dopo essere stata individuata viene seguita fino al luogo ove gli esecutori materiali della rapina ritengono opportuno consumarla.

In questo caso gli investigatori, dalla accurata e minuziosa visione delle telecamere cittadine, nonché di alcune telecamere di strutture pubbliche e private, hanno individuato gli autori della rapina, il veicolo utilizzato per seguire la vittima, una Audi A6 immatricolata in Belgio, nonché le varie fasi in cui si è articolato il pedinamento nei confronti di quest’ultima. Le successive attività investigative, condotte con l’acquisizione di informazioni dalla polizia belga e mediante l’analisi capillare dell’ingente mole di traffico di cella generato dalle utenze in uso nel centro cittadino hanno permesso di individuare le utenze utilizzate dai rapinatori e l’uso che questi ultimi ne hanno fatto per effettuare le comunicazioni utili al pedinamento.

Il monitoraggio telefonico di alcuni degli apparati cellulari ancora in uso ai rapinatori, insieme a molteplici attività di osservazione e pedinamento, nonché accertamenti di carattere scientifico effettuati sull'Audi A4 rinvenuta ad Altopascio, hanno consentito di arrivare alla loro identificazione. La misura cautelare è stata eseguita ad ora nei confronti di uno dei due rapinatori mentre il secondo è ricercato in quanto risultato essere irreperibile.

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