Eternit in piazza dei Ciompi: dall'esposto dei residenti alla sentenza del Tar

La querelle tra il Comune e gli antiquari sulla proprietà delle strutture del mercatino

Piazza dei Ciompi vista dall'alto

Piazza dei Ciompi vista dall'alto

Firenze, 31 marzo 2015 - L'ufficio prevenzione della Asl 10 è da 15 anni che si occupa della tettoia in eternit del mercatino di piazza dei Ciompi. Già nel 2006 aveva espresso parere favorevole a una bonifica dopo che un incendio notturno a uno stand aveva risollevato la questione. Ad aprile 2014 un nuovo esposto firmato da ben 274 persone indirizzato a sindaco, Asl e Arpat ha smosso nuovamente le acque. Ai cittadini che l’hanno fatto non è stato risposto né fatto sapere niente ma gli ambulanti che lavorano nel mercatino si sono visti recapitare una raccomandata dall’ufficio igiene del Comune.

In sostanza la Direzione Ambiente ha chiesto agli antiquari di verificare la presenza di amianto nelle coperture delle strutture di vendita utilizzate per l’esercizio delle loro attività e di provvedere alla loro eliminazione. Da lì è nata tutta una contesa sulla proprietà della struttura che ha portato i commercianti a fare ricorso al Tar, questione tutt’altro che risolta nonostante la sentenza. Contestualmente si è mossa anche l’Asl che si è rivolta all’agenzia regionale di protezione ambientale, come racconta il dottor Giuseppe Petrioli, dirigente del Dipartimento di prevenzione: “Abbiamo chiesto ad Arpat una relazione tecnica. Arpat ci ha confermato che essendo materiale vecchio, esposto alle intemperie, inizia a dare segni di cedimento e che quindi sarebbe opportuno rimuoverlo”. “Questo è successo in agosto - puntualizza Petrioli ­-. Il giorno stesso abbiamo invitato il Comune ad adottare un’ordinanza per determinare la rimozione del manufatto”.

Più o meno nello stesso periodo anche la Prefettura ha chiesto all’Asl un parere, evidentemente allertata da altri soggetti. A fine novembre 2014 il Comune ha contattato l’Asl per sapere se fosse possibile dilazionare la rimozione delle coperture alla fine di marzo del 2015, perché aveva in programma di riorganizzare complessivamente la zona. Non essendoci urgenza, visto che il rischio è comunque considerato contenuto, la Asl ha detto sì. Con l’avvicinarsi della scadenza il Comune non ha chiesto proroghe promettendo all’Asl l’approvazione entro la fine del mese di un piano che comprendesse anche lo smaltimento dell’eternit.

Nel progetto del rifacimento del mercato, l’amministrazione - spiega il presidente del Quartiere 1 Maurizio Sguanci -­ chiederà agli ambulanti di smaltire l’eternit a carico loro. Qualora si rifiutassero, siamo pronti a sostenere la spesa ma ‘in danno’. Quindi, noi faremmo l’intervento, ma o ci avvarremmo su di loro o detrarremmo l’importo dello smaltimento dal capitolo di creazione della tettoia architettonica”. Già a suo tempo gli ambulanti si erano informati per la rimozione della copertura in cemento-amianto: “Quando abbiamo presentato il project financing abbiamo fatto dei preventivi per lo smaltimento dell’eternit ­- racconta Elisabetta Morelli, in piazza dei Ciompi dal 2002 -­. Ditte specializzate hanno valutato lo stato del materiale e lo hanno dichiarato non pericoloso perché integro. Avevamo allegato la relazione tecnica al progetto presentato”. “Se il Comune mi propone una soluzione per cui mi chiede mille euro per smaltire qualcosa -­ afferma Elisabetta Morelli -­, glieli posso anche dare. Però ci deve essere una soluzione che mi permetta di lavorare”.

NODO PROPRIETA’ - La raccomandata dell’Ufficio igiene, arrivata proprio in concomitanza con il naufragio del project financing presentato dal Consorzio degli antiquari per il rifacimento del mercato, ha aperto tutta una querelle tra gli ambulanti e l’amministrazione sulla proprietà delle strutture del mercatino che rischia di ripresentarsi qualora il Comune intenda fare un’altra ingiunzione nei loro confronti. “Nel momento in cui il project è stato ritirato - racconta Elisabetta Morelli -, il Comune ha pensato bene di mandarci queste lettere in cui chiedeva della presenza dell’amianto. Per loro si doveva rispondere entro 30 giorni e smaltire. A quel punto abbiamo dovuto procedere legalmente ricorrendo al Tar anche perché si rischiava di incorrere in sanzioni. La nostra documentazione ci diceva che tutti i materiali erano stati donati dal Comune negli anni ’60 dal sindaco Bargellini, consegnati con bolla”.

Il ricorso al Tar però non era tanto sulla proprietà in sé quanto sull’accesso agli atti. Ovvero: il Consorzio, tramite il proprio legale, aveva chiesto al Comune copia della documentazione che attestasse la competenza degli antiquari sulle strutture, il Comune aveva risposto che da ‘verifiche interne’, non meglio specificate, la proprietà degli stand risultava essere degli antiquari ma alla richiesta di documenti specifici non aveva fornito altro se non la delibera della Giunta comunale 22/11/1968 n. 3833/2451 con cui era stata disposta (a cura e spese del Comune di Firenze) la ricostruzione delle strutture dopo il grande incendio che distrusse buona parte del mercato. Da qui il ricorso al Tar.

La sentenza è arrivata alla vigilia di Natale ma di fatto non risolve la questione. Stabilisce in due parole che effettivamente il Comune non ha risposto esaurientemente e nei tempi previsti dalla legge sull’accesso agli atti della pubblica amministrazione, e quindi su questo dà ragione agli ambulanti, ma riconosce il ricorso ‘improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse’ in quanto il Comune nel corso del procedimento ha comunque presentato la documentazione in suo possesso: tre libretti di posteggio e le relative autorizzazioni di commercio. Elisabetta Morelli comunque sottolinea: “Noi non abbiamo mai voluto fare una gran guerra su di chi sono o di chi non sono le strutture. A me interessa lavorare”. L’amministrazione, comunque, nonostante l’esito del ricorso continua a dirsi convinta che la proprietà sia degli ambulanti.

La signora Marta Casoli, che abita nella piazza dal 1962, quando ancora non c’era neanche il mercato, ricorda che la copertura in eternit fu fatta costruire nel 1968 dopo che un incendio distrusse il mercato precedentemente coperto da ondulina di plastica. Il mercato dell’antiquariato fu allestito in piazza dei Ciompi nel ’63 a corredo della Loggia del Pesce con l’idea di ricostruire la memoria dell’Antico mercato di Firenze, un tempo in piazza della Repubblica. Marta Casoli ne ha ricostruito la storia. Al momento della creazione del mercato ci avrebbero trovato posto “cinque bancarellai­-rigattieri sfrattati dall'angolo su via Verdi per la costruzione del Palazzo delle Poste, insieme ad altre postazioni di robivecchi: in numero simile a quello delle Beccherie che nel 1500 si trovavano davanti alla Loggia - si legge nella ricostruzione -. Come già per la Loggia del Pesce (1955), il primo impianto del mercato fu realizzato dall’Ente del Turismo e donato al Comune”. Marta Casoli si ricorda che dopo l’incendio “i soldi furono donati in grandissima parte dal presidente dell’Associazione nazionale antiquari d’Italia: Bellini”. Quei soldi sarebbero poi stati usati dal Comune per rifare il mercato secondo i criteri di sicurezza di allora vista anche la richiesta dei vigili del fuoco di costruire pareti in cemento frangi-­fuoco fra le postazioni di vendita”. Negli anni ’80 il mercato si regolarizza nel suo ‘creativo abusivismo di insieme’, come scritto nella ricostruzione della signora Casoli: agli ambulanti venne riconosciuta una ‘licenza a posto fisso’, fu concesso di trasformare praticamente le postazioni in ‘botteghine’ con “sporti e serrande tra le pareti di cemento”. Sta di fatto che nel 2009 “Renzi ha dichiarato questo mercato storico - afferma Elisabetta Morelli -. Me lo ricordo bene: era l’11 agosto del 2009”.

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