Alessandra, la "cacciatrice di bugie" per conto del tribunale

Alessandra Monasta, perito fonico della magistratura, ha scritto un libro

Alessandra Monasta

Alessandra Monasta

Firenze, 29 novembre 2015 - Viene da immaginare Alessandra Monasta, perito fonico per conto di procura e tribunale di Firenze, come una sorta di macchina della verità – il ‘lie-detector’ usato negli Usa nella procedura di acquisizione delle prove – con sembianze umane. Da anni Alessandra è consulente di investigatori e giudici ai quali fornisce elementi interpretativi su come le persone intercettate nel corso delle indagini parlano tra loro. Su che cosa si dicono e soprattutto, come. Pause, silenzi, picchi della voce, bugie e verità filtrate attraverso ore e ore di ascolto e riascolto dei nastri, linguaggi in codice, oppure in dialetto strettissimo, quando invece lingue straniere difficili, desuete, non certo l’inglese o il francese. O quando ancora con parole solo apparentemente innocue.

"Spettrogrammi, onde sonore: lavoro al computer e ascolto migliaia di conversazioni, anche tra più persone. In qualche modo devo sostituirmi a loro. Dare un nome agli interlocutori e segnalare gli scambi di parole più utili alle indagini. Ho imparato anche grazie alle tante ore trascorse nelle aule di giustizia, quando si accavallava le voci delle parti. Dovevo poi trascrivere ore di udienze». Un’esperienza così vasta e complessa, quella di Alessandra, da finire in un suo (primo?) libro: La cacciatrice di bugie, edito da Longanesi. E domani, abbastanza presto, in un film: "Ora posso annunciarlo. Mercoledì prossimo firmerò il contratto con la casa di produzione ‘Bianca film’ che fa capo alla general manager Donatella Botti. L’esperienza professionale, mia ma anche dei miei colleghi, ispirerà un film che vedrà l’esordio alla regia di Alessio Boni, attore straordinario che conobbi in tempi di poco successivi a ‘La meglio gioventù’".

Alessandra ha lavorato e lavora in indagini complesse, a fianco di persone che "dai, diciamo così, a volta sono in forza a reparti speciali". Interessa qui anche sapere come si arriva a una professione, e a una professionalità, che fanno da supporto "esattamente come sono di supporto le consulenze tecniche medico-legali, o balistiche. Dobbiamo rispondere a un quesito posto dall’autorità giudiziaria".

Ma non esistono scuole e linee guida precise: e allora com’è possibile tradurre questo impegno in esperienza utile alle indagini? "Con lo studio e i testi di grandi professori universitari. L’esperienza. In pratica è da dopo la vicenda dei Georgofili che faccio questo lavoro. Decodifico. Mi spiego raccontando un episodio. Ascolto il colloquio in auto tra due persone, un uomo e una donna. Un caso di stalking. Lui di fatto la stava minacciando di morte, con parole e comportamenti freddi e precisi. Ma lei rideva, non si rendeva conto del pericolo. Ecco: è una questione di ‘qualità’ del dialogo".

Domanda che le avranno già posto: è violata, e quanto, la nostra privacy? E lei come si affranca da ore e ore di intrusione nella vita degli altri? "Premessa doverosa: le intercettazioni sono concesse per reati gravi. E il sistema per prima cosa elimina quelle che non hanno attinenza con le indagini. La privacy viene tutelata dal sistema giudiziario, magari dovrebbe esserlo di più dai media. Mi rendo conto tuttavia che si deve accertare chi passa questi atti, e perché. Non chi li usa. Io come mi estraneo? Mi metto a cucinare. Poi nuoto. Attutisco i suoni. Mi riapproprio della mia, di vita".

giovanni spano

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