Delitto Ashley, preso il killer. E' un 25enne: omicidio aggravato / VIDEO

Si chiama Cheiktidian Diaw, lavora come pr in alcuni locali notturni fiorentini frequentati soprattutto da stranieri

Ashley Olsen

Ashley Olsen

Firenze, 14 gennaio 2016 -   SVOLTA nella notte per l’omicidio di Ashley Olsen, la 35enne americana uccisa nel suo appartamento in Oltrarno. La polizia ha fermato un uomo, di 25 anni. Si tratta di un senegalese,  Cheiktidian Diaw, sul quale si erano concentrate le attenzioni degli investigatori anche attraverso le immagini delle telecamere di sicurezza e di alcune testimonianze. Sarebbe un uomo già conosciuto alle forze dell’ordine per questioni legate alla droga e che Ashley, la ragazza uccisa, aveva avuto modo di frequentare.

La polizia ha eseguito un decreto di fermo disposto dalla procura, per omicidio aggravato. La svolta era nell’aria. Ieri la polizia scientifica è tornata di nuovo nell’appartamento di via Santa Monaca, a caccia di prove granitiche per inchiodare il colpevole dell’omicidio di Santo Spirito. E con questo stimolo, gli inquirenti della scientifica hanno nuovamente passato al setaccio il monolocale in cui Ashley Olsen è stata trovata morta sabato pomeriggio dal suo fidanzato, Federico Fiorentini. Alla fine dell’ispezione, durata dieci ore, gli investigatori se ne sono andati con tre sacchi pieni di altri reperti da analizzare. In un sacco più piccolo c’erano cavetti di computer.

Sequestrati anche abiti, lenzuola e materiale cartaceo. Nella loro auto gli agenti hanno riposto anche una valigetta con la scritta «repertazione biologica». Sicuramente, gli elementi più interessanti sono già stati prelevati. A cominciare da un cavo usb della lunghezza di circa un metro che potrebbe essere compatibile con il “solco” sottile lasciato sul collo dell’americana. Ashley non ha lottato contro chi la stava stringendo fino a strangolarla, per questo prende sempre più corpo l’ipotesi che i due stessero aggiungendo un gioco con i cavi (o con una catenina) a del sesso “spinto”. Però, con questa eventuale pratica non c’entra la sedia di legno rotta trovata al centro del monolocale. E’ stato infatti spiegato che la sedia sarebbe stata infranta dal fidanzato durante uno scatto d’ira che lo ha colto quando si è reso conto che per la 35enne – che lui aveva tentato di rianimare, tirandola giù dal letto nel soppalco in cui è stata trovata – non c’era più niente da fare.

GLI INQUIRENTI hanno messo in fila una serie di prove, nuovo e vecchio stampo. Dalla testimonianza di chi avrebbe visto assieme Ashley con un uomo dopo l’uscita dal Montecarla, fino alle prove genetiche sul corpo e nell’appartamento di via Santa Monaca. E poi ci sono le telecamere “amiche” disseminate lungo percorso tra Santo Spirito e via de’ Bardi. Sono dodici, e gli inquirenti hanno vagliato una mole enorme di immagini per capire chi abbia varcato la soglia di casa di Ashley. A tutto ciò si aggiungono gli accertamenti con le celle telefoniche.

Secondo gli inquirenti, Ashley conosceva il suo assassino. Lo avrebbe tranquillamente fatto entrare in casa. Intanto, gli amici di Ashley la ricordano con una lettera scritta per il quotidiano fiorentino in lingua inglese The Florentine. Una lettera in cui parlano della gioia di vivere della ragazza. Che è andata incontro a un tragico destino. 

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