Forteto, zona franca aperta ai vip. E con un linguaggio da tradurre

Da "acchittare" alla famiglia funzionale: così si parlava in comunità

Sergio Pietracito, punto di riferimento delle vittime del Forteto e uno dei principali accusatori di Fiesoli

Sergio Pietracito, punto di riferimento delle vittime del Forteto e uno dei principali accusatori di Fiesoli

Firenze, 22 giugno 2015 - Acchittare, essere di fori, farsi le fantasie. Il Forteto era ed è una comunità talvolta talmente scollegata dal mondo esterno che necessita anche di un suo vocabolario per definire certi comportamenti o alcune dinamiche che non si possono riscontrare altrove. L’esempio più clamoroso è senz’altro quello della famiglia funzionale, un termine, coniato proprio dentro il Forteto e su cui ruota gran parte della sua filosofia legata all’educazione dei minori e degli affidi.

La famiglia funzionale ha soltanto l’elemento uomo-donna in comune con il concetto tradizionale di famiglia. L’accostamento tra i due soggetti, dentro la comunità, è spesso fatto a tavolino, quindi la conoscenza reciproca è superficiale e in ogni caso non legata da vincoli affettivi, ritenuti addirittura nocivi. Alle famiglie funzionali, così come intese dal Forteto, il tribunale dei minori ha affidato ragazzi provenienti da situazioni di disagio.

Un’altra prassi “tipica“ della comunità fondata da Rodolfo Fiesoli è quella dei chiarimenti. Per la procura, i chiarimenti sono stati spesso l’espressione di maltrattamenti psicologici ai danni delle vittime. Erano delle pubbliche confessioni che avvenivano solitamente a cena e si protraevano anche fino a tardi, durante le quali il soggetto al centro dell’attenzione doveva ammettere dei particolari personali, intimi, riguardanti il passato o la sfera sessuale.

Ed è sempre durante i chiarimenti che il vocabolario del Forteto trovava sfogo per altri termini tutti suoi: chi era accusato di acchittare avrebbe provocato sessualmente qualcuno. Secondo le testimonianze del processo, sono stati accusati di aver acchittato anche ragazzini saliti in collo a degli adulti. Oppure chi si era fatto le fantasie, cioè avrebbe immaginato un rapporto sessuale con un’altra persona. Era invece di fori chi avrebbe mostrato segni di cedimento, si sarebbe arrabbiato o non sarebbe stato più in sintonia con il resto della comunità. Anche la materialità ritornava spesso, soprattutto nei sermoni di Fiesoli: si trattava, secondo il profeta, dei problemi sessuali che ognuno portava dentro di sé, risolvibili, stando alle sue teorie, con rapporti con lo stesso sesso.

Le sacre stanze: così erano stati battezzati i locali, ben arredati e non accessibili a tutti, in cui Fiesoli accoglieva gli ospiti vip del Forteto. Già, ma cos’è il Forteto? E’ proprio Fiesoli a spiegarlo in una vecchia intervista: «E’ la macchia mediterranea dove i diversi tipi di piante, per superare le difficoltà del terreno, creano una simbiosi. L’abbiamo scelta come metafora della solidarietà». Per qualcuno è diventato invece sinonimo di setta.

ste.bro.

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