L'esercitazione: rischio straripamento per l'Arno, arrivano gli argini gonfiabili / TUTTI I TWEET

Regione Toscana e Protezione Civile impegnate nella simulazione della piena del fiume. E' #unargineperfirenze l'hashtag della diretta

La sistemazione degli argini sull'Arno

La sistemazione degli argini sull'Arno

Firenze, 28 febbraio 2015 - La simulazione è particolarmente realistica e prefigura lo scenario peggiore per Firenze: una grave piena dell'Arno, con rischio straripamento all'altezza dell'Obihall. E' scattata alle sette di un sabato 28 febbraio di sole l'esercitazione che vede coinvolta la Regione e la Protezione Civile. Obbiettivo, testare il funzionamento degli argini gonfiabili, quelle barriere in gomma piene di sabbia o all'occorrenza acqua che sono pronte a entrare in funzione in caso di piena del fiume, scongiurando appunto il pericolo straripamento. Si è scelta la zona dell'Obihall. Gli argini gonfiabili sono stati di prima mattina preparati dalla ditta che li produce, la Ge.Co srl e quindi trasportati appunto all'Obihall. C'è un hashtag con cui la Regione Toscana racconta momento per momento l'eserciazione, #unargineperfirenze.

Per l'esercitazione, prima del genere in Italia, sono stati usati circa 100 metri di argini rimovibili. La Regione Toscana ha deciso di acquistarli in attesa che siano conclusi gli interventi strutturali di messa in sicurezza, a monte di Firenze. Si tratta, essenzialmente, di sistemi di rialzamento dell'argine, che evitano la fuoriuscita del fiume nei punti più critici. Il sistema di difesa prevede anche l'installazione di fari per fenomeni notturni. La pre-allerta alla ditta incaricata della fornitura degli argini sarà di 16 ore, mentre 8 ore serviranno per il montaggio. Gli argini mobili saranno lunghi complessivamente 3,5 chilometri; in altri tratti saranno sistemate paratie mobili (per complessivi 2,2 chilometri). Il costo è di circa 5 milioni per cinque anni.

"Stiamo sperimentando un sistema di argini mobili" e gonfiabili, "faremo altre prove per poi bandiremo una gara per acquisirli stabilmente entro l'autunno". Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi intervenendo all'esercitazione organizzata con Protezione Civile e Comune di Firenze in tema di sicurezza in caso di esondazioni dell'Arno. "Per mettere in sicurezza il bacino dell'Arno - ha aggiunto Rossi - la Regione sta lavorando a una serie di interventi strutturali, a monte e a valle di Firenze. Accanto a questi interventi, indispensabili per poter davvero alzare il livello di sicurezza e ridurre sensibilmente il rischio, abbiamo deciso anche di dotarci di un nuovo sistema per fronteggiare l'emergenza e mettere in sicurezza la città di Firenze nel caso, che speriamo non si verifichi mai, di un alluvione tipo quello avvenuto nel 1966".

Il responsabile dell'azione governativa contro il dissesto idrogeologico, Erasmo D'Angelis, ha spiegato che "le richieste della Regione Toscana che andranno nel piano nazionale contro il dissesto 2015-20 sono 660 milioni di euro, di cui 141 per l'area metropolitana fiorentina, nei quali stanno gli 87 milioni di euro necessari per completare la messa in sicurezza di Arno, Mugnone, Mensola ed Ema". "È cominciata la grande opera pubblica di messa in sicurezza del territorio italiano; è cominciata concretamente con il Cipe di venerdì scorso, che ci ha consegnato i primi 700 milioni per questo scopo". Lo ha detto oggi a Firenze il responsabile per il governo dell'azione contro il dissesto idrogeologico Erasmo D'Angelis prendendo parte, insieme al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, ad una simulazione con argini artificiali gonfiabili contro le piene dell'Arno. "E quest'anno - ha aggiunto - pensiamo di investire un miliardo e cento milioni per un piano che riguarderà tutte le 14 città metropolitane italiane. Firenze riceverà 141 milioni, per opere cantierabili, e di questi, 86 mln riguarderanno le casse di espansione dell'Arno. Genova, che è un nostro focus quotidiano avrà circa 360 milioni di euro: finanzieremo tutto quello che c'è da fare in questa città. Finalmente partirà il terzo lotto sul Bisagno per 95 milioni, e gli interventi su tutti i torrenti che son stati tombati o cementati per un secolo. A Milano agiremo sul Seveso; tutte le situazioni di criticità saranno molto più sicure nel giro di 4 anni, il tempo che ci vuole per aprire e collaudare l'opera di cantiere".

 

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