Treni, rivoluzione per i pendolari / INTERVISTA ESCLUSIVA

Parla il manager Fs Mazzoncini: "Puntuali e belli". "La musica cambia con ‘Pop’ e ‘Rock’"

Renato Mazzoncini, amministratore delegato Fs

Renato Mazzoncini, amministratore delegato Fs

Apre oggi in piazza della Repubblica a Firenze il villaggio Trenitalia, all’insegna dello slogan #lamusicastacambiando. I cittadini, i pendolari, potranno salire a bordo dei modelli, in scala uno a uno, dei nuovi treni Rock e Pop e testare i nuovi servizi e le principali caratteristiche dei due convogli. Il villaggio di Trenitalia va avanti fino al 2 dicembre, oggi e domani dalle 10 alle 20, sabato dalle 10 alle 17,30. Domani saranno presenti anche i vertici di Fs e Trenitalia con rappresentanti delle istituzioni locali

Firenze,  30 novembre 2017 -  RENATO MAZZONCINI, amministratore delegato delle Fs, sarà domani a Firenze dove vengono presentati, in piazza della Repubblica, i nuovi treni regionali che entreranno in servizio nella primavera del 2019.

- Mazzoncini, lo slogan che accompagna la vostra iniziativa è ‘La musica sta cambiando’: lo sperano anche i pendolari...

«Da qualche anno mi pare evidente l’impegno che stiamo mettendo sul servizio regionale. E’ migliorata la puntualità dei treni, la pulizia, la formazione del personale sul tema della sicurezza e dell’assistenza per i viaggiatori. Poi è chiaro che il grande salto di qualità lo si può fare quando si cambiano anche i treni. Noi tra il 2014 e il 2016, grazie anche agli investimenti della Regione Toscana, abbiamo iniziato la sostituzione dei convogli regionali e sono arrivati i Jazz e gli Swing. Ora manderemo in pensione i vecchi treni. Quelli nuovi in arrivo sono figli di una gara straordinaria fatta da Trenitalia, una gara europea che ha puntato su alcuni aspetti prima di tutto».

- Quali?

«Il primo è la bellezza, perché i nuovi treni sono veramente belli, dentro e fuori. Chi verrà in piazza della Repubblica a Firenze in questi tre giorni potrà vederlo. Il treno regionale non deve essere più visto come un convoglio di serie B rispetto alle nostre Frecce. Altro punto chiave, quello ambientale. I nuovi treni riducono del 30 per cento il consumo energetico rispetto a quelli che mandiamo in pensione. Questo risparmio energetico viene ottenuto in presenza di prestazioni molto migliori».

- Cioè?

«I nuovi treni regionali hanno una accelerazione straordinaria, superiore a quella del nostro Frecciarossa. Si tratta di una caratteristica molto importante, considerato che i regionali fanno molte fermate, l’elevata accelerazione consente di ridurre i tempi di percorrenza e garantire pertanto la puntualità. E il comfort a bordo è di primissimo livello. Con illuminazione a led che si adatta alle varie fasi della giornata e impianti di climatizzazione all’avanguardia, con sensori che misurano quanta gente c’è in un vagone e tarano i flussi di aria calda e fredda in funzione del numero di viaggiatori presenti».

- Ci sono risposte nuove anche per il servizio ai disabili.

«Le associazioni delle persone con disabilità sono state invitate a fornire suggerimenti, a partecipare in un certo senso alla progettazione per rispondere nel migliore dei modi ai loro bisogni».

- Con questo piano di investimenti colmate il gap tra alta velocità e servizio per i pendolari.

«E’ indubbio che in Italia negli anni scorsi gli investimenti sono andati soprattutto sulla rete ad alta velocità. Ma ormai da tre anni si concentrano sui nodi urbani e sulla rete regionale. Completato l’investimento sull’Etr 1000, con la consegna dell’ultimo treno avvenuta lo scorso aprile, non sono previsti ulteriori impegni sull’alta velocità mentre il piano investimenti si concentra ora sui regionali. In Italia ne abbiamo circa 1200, dei quali oltre 230 sono stati sostituiti nel periodo 2014-2016. Ora, con i nuovi convogli Rock e Pop, più con un’altra gara di dimensioni minori per i diesel, contiamo di andare a sostituire altri 500 treni. Complessivamente quindi, al termine dell’operazione, ne avremo sostituiti circa 700-750 sui 1200 esistenti. Gli altri sono i Vivalto, anch’essi recenti e i rimanenti li sottoporremo a un radicale revamping, per offrire una qualità omogenea su tutti ».

- Una svolta attesa da tempo.

«Una vera e propria rivoluzione per i pendolari, che non si vedeva da oltre vent’anni. L’ultimo grande investimento su una flotta di treni regionali, ma ben inferiore a questo, risale agli anni Novanta».

- Quando vedremo i nuovi treni in servizio?

«A settembre 2018 dovrebbero essere pronti i primi, quindi dovranno essere effettuati i test. I primissimi cominceranno a circolare nei primi mesi del 2019, in Emilia Romagna, Regione che ha già sottoscritto il contratto con Trenitalia. Ma già nel corso del 2019 arriveranno anche in Toscana, Regione con la quale la collaborazione sul servizio ferroviario è particolarmente buona, e poi nelle altre regioni».

- Dove vengono prodotti i nuovi treni?

« Tutti in Italia. I Rock di Hitachi Rail in tre stabilimenti, il principale a Pistoia. I Pop a Savigliano, da Alstom. Si tratta di una produzione per un valore di circa 4 miliardi e mezzo. In tutto 450 treni, 300 Rock (a due piani) e 150 Pop. Usciranno dagli stabilimenti con una media di 13-15 treni al mese, tutti i mesi, e verranno distribuiti nelle regioni in funzione della chiusura dei contratti. Insomma, entro il 2022 la Toscana, così come Umbria, Liguria, le altre regioni, avranno una flotta di convogli regionali rinnovata quasi del tutto e la più giovane d’Europa».

- I contratti di servizio con le regioni saranno di lunga durata...

«In presenza di un affidamento diretto la durata massima è di 15 anni, tempo sufficiente per ammortizzare la maggior parte dell’investimento».

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