Star della medicina in fuga da Careggi. Ma per Ammannati una soluzione c’è

In arrivo il prof Giaccone dagli Usa: chiamata diretta per chiara fama

In corsia (foto d'archivio)

In corsia (foto d'archivio)

Firenze, 24 settembre 2017 -  TALENTI in fuga, uscite anticipate, pensionamenti importanti alle porte che – guardando alla successione – generano preoccupazione. Cosa succede a Careggi? L’azienda ospedaliero universitaria più importante della Toscana sembra non riuscire più a trattenere le sue eccellenze. Il governo regionale giura che non è in atto un depotenziamento del policlinico e che la leadership di Monica Calamai, la direttora generale che guida l’ospedale da quattro anni, non è messa in discussione. Eppure, sebbene le guerre di potere all’interno di Careggi siano sempre esistite, causando come effetto collaterale un clima divisivo e di grande competitività, mai come adesso si denuncia un’insoddisfazione diffusa che arriva fino alle decisioni estreme di fare fagotto e cambiare aria. Il principale generatore di malcontento viene individuato dai medici di Careggi proprio nella gestione autoritaria della dg Calamai, nel suo sistema di governo che non sarebbe sufficientemente premiante.

In anticipo rispetto alla data del pensionamento, ha deciso di andarsene David Antoniucci, direttore della Cardiologia interventistica che sarà sostituito in attesa di concorso dal suo delfino Renato Valenti (come facente funzioni). Se lui lo ha fatto inviando una lettera polemica alla direzione ospedaliera, altri stanno resistendo e altri hanno già sbattuto la porta. Come Ernesto Mazza che ha lasciato la Radiologia interventistica di Careggi in pieno contrasto con la guida careggina, già sostituito del primario Fabrizio Fanelli, vincitore del concorso, se n’è andato il direttore dell’Audiologia Paolo Vannucchi, di cui ha assunto l’interim il primario del dipartimento Neuromuscoloscheletrico e degli organi di senso, Adriano Peris, in attesa di una soluzione definitiva. In procinto di andarsene e di atterrare a Siena, in questo caso con motivazioni personali di riavvicinamento familiare, il primario della chirurgia robotica Andrea Coratti che era arrivato a Careggi (appena tre anni fa) annunciato dallo squillo delle trombe per il suo talento (formato alla scuola grossetana di Pier Cristoforo Giulianotti) che aveva spinto la direzione aziendale a creare una struttura interamente dedicata alla robotica da assegnargli: i numeri registrati e i successi ottenuti gli hanno dato ragione, ma la distanza potrebbe avere la meglio sulla sua prosecuzione a Careggi. Verso l’addio anche il cardiochirurgo Gianfranco Montesi, uno degli aiuti del primario Pierluigi Stefàno, diretto anche lui a Siena dove, dopo una breve permanenza a Livorno dovrebbe arrivare da vincitore di concorso Donato Casella, che guidava la struttura dipartimentale di chirurgia della mammella ora trasformata in struttura operativa complessa e assegnata per concorso a Carlo Mariotti: in questo caso sono le opportunità di crescita professionale e carriera a far muovere le pedine.

Tra chi è andato e chi andrà preoccupa l’uscita per pensionamento del primario di Neurochirurgia Franco Ammannati, il faro che sarà difficilissimo sostituire: lui ha 66 anni, se l’Università decidesse di creargli un percorso professorale, come ha fatto quella di Pisa portando via da Careggi la star dell’Ortopedia oncologica Rodolofo Capanna, ci sarebbero quattro anni di tempo che darebbero fiato alla ricerca di un successore all’altezza. Il prossimo a uscire per età è il neurologo universitario Domenico Inzitari primario della Stroke Unit, mentre l’anno prossimo toccherà alla direttore della Farmacologia oncologica Teresita Mazzei: al suo posto è già stata attivata la chiamata diretta per chiara fama del cervello italiano ora in Usa Giuseppe Giaccone.

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