Omicidio di Ravenna, il dermatologo: "Non l'ho uccisa". Accusato anche di stupro

Il pm: violenza sessuale, poi l'omicidio

Matteo Cagnoni con la moglie Giulia Ballestri in un'immagine felice

Matteo Cagnoni con la moglie Giulia Ballestri in un'immagine felice

È una sorpresa anche per il gip, Erminia Bagnoli, che inanella domande su domande prima di convalidare il fermo dell’unico indiziato, avvenuto lunedì notte nella bella dimora della famiglia Cagnoni, sulle colline sopra Firenze, e spedire gli atti a Ravenna, dove si è consumato il delitto. E lui ha risposto. 

AL GIUDICE, un «prostrato e affaticato» Cagnoni, 51 anni, ha spiegato la sua mattinata di venerdì, quando gli inquirenti potrebbero collocare l’omicidio: ha detto di aver accompagnato i figli a scuola con Giulia e sempre con la moglie aver fatto colazione. Poi, ha riferito, lei gli ha comunicato di non aver intenzione di seguirlo nel fine settimana a Firenze. «Così ho preso i ragazzi e sono partito». La loro storia era al capolinea. Cagnoni sapeva di una relazione della donna e per un periodo di tempo (in passato, non adesso) l’aveva fatta seguire da un investigatore. Fino all’episodio di un faccia a faccia in strada, tra lui e l’altro. L’avvocato conferma: «Chiunque tiene alla propria famiglia lo farebbe».

«Quello che non corrisponde al vero – ha sottolineato Trombini – è che fosse una separazione violenta e burrascosa, era l’opposto: c’era una grande attenzione per i bambini. Si andava verso l’ipotesi di una separazione consensuale con grande serenita». 

MA CONTRO Cagnoni pesa anche la fuga. Perché scappare quando, nella tarda serata di domenica, la polizia lo cerca dopo che è stato trovato il corpo senza vita, nudo, con indosso il solo reggiseno, della Ballestri? Il medico ha detto di essere stato informato dal fratello ma di aver avuto l’istinto di fuggire perché «ancora traumatizzato dall’esperienza del passato: anche in quel caso gli agenti si presentarono a casa in piena notte per una storia dalla quale è stato completamente prosciolto», ha detto l’avvocato riferendosi a un’inchiesta del 2010 su donazioni da parte di case farmaceutiche da cui era uscito pulito. Inoltre, in quei frangenti, sarebbe stato in contatto proprio con il suo legale sull’atteggiamento da adottare: era stato convocato in questura a Ravenna, ma aveva il pensiero dei figli e stava valutando se fosse possibile partire l’indomani mattina.

Oggi, intanto, è in programma l’affidamento dell’incarico per l’autopsia: il cadavere presentava ferite alla testa. Nella villa, dove gli investigatori hanno notato un tentativo di pulire il sangue, non sono stati trovati i vestiti di Giulia, ma soltanto una scarpa.

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