"Legale ha prosciugato l'eredità del suo assistito": perizia per ritrovare i soldi

Una parte di oltre 2 milioni ereditati da un ex badante cingalese sarebbe stata 'utilizzata' da un penalista fiorentino

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Firenze, 3 febbraio 2017 - L'eredità lasciata al badante cingalese era cospicua, oltre 2,3 milioni di euro. Ma di questo patrimonio l'ex badante extracomunitario - che ora vive in una Rems dopo l'assoluzione per l'omicidio di due connazionali perché incapace di intendere e di volere - non ha un euro. Ora, una perizia fa luce su che strada potrebbero aver preso i soldi. Al momento risulta che parte sarebbero andati a parenti del badante cingalese, un'altra parte a uno dei due avvocati fiorentini indagati in un'inchiesta per furto, un penalista che per anni ha difeso il cingalese.

La perizia verrà discussa il 14 febbraio in udienza. Il perito ha ricostruito l'ammontare del patrimonio ereditato e sono stati esaminati i flussi sui conti di alcune banche da cui emerge che il penalista fiorentino da un certo periodo in poi avrebbe disposto del denaro del cingalese ben oltre il perimetro dell'ordinaria amministrazione fissato da un notaio. Secondo i legali difensori del cingalese, avvocati Paolo Florio e Donatella Casini, la somma andata a parenti del nostro assistito che vivono in Sri Lanka e che comunque non avrebbero avuto titolo a ricevere questo denaro è di 1,1 milioni. E una somma simile è finita in un conto di uno dei due indagati, cioè l'avvocato penalista indagato che, secondo la perizia, avrebbe non solo trasferito denaro del cingalese sul suo conto ma anche disposto vendite di titoli. Operazioni impedite solo dal 2014 quando l'ufficio legale di una banca le vietò esplicitamente, considerando che questi smobilizzi non sono operazioni ordinarie.

La perizia evidenzia che il penalista, oltre ai prelievi diretti, emetteva assegni e gestiva bancomat basati sui conti del cingalese. «Non è facilmente comprensibile - scrive il perito - come gli istituti bancari abbiano potuto lasciare operare» l'avvocato penalista indagato «fuori dai limiti della procura, e non osservando anche l'obbligo di presentazione del documento giustificativo per le operazioni di pagamento notule o altro come invece indicato nella procura stessa».

Su un'altra banca addirittura, rileva il perito, il penalista indagato «operava senza la procura», e «poteva essere un perfetto estraneo per il cingalese». I due legali del cingalese fanno rilevare anche la consulenza da 81.000 euro che l'altro avvocato indagato, un civilista, avrebbe intascato per assistere il cingalese nella successione, che però era stata gestita comunque da un notaio.

Ricostruendo la vicenda, nella sostanza sembra che il legale, penalista fiiorentino, avrebbe sottratto centinaia di migliaia di euro al suo assistito, del quale era stato nominato procuratore generale dopo che era stato dichiarato incapace di intendere e di volere. E per questo l'avvocato è stato indagato dalla procura fiorentina con l'accusa di furto aggravato. Secondo l'accusa, tra il 2010 e il 2015 avrebbe rubato circa 750mila euro, facendoli sparire dal conto dello straniero attraverso vendite di titoli - effettuate senza alcuna giustificazione e falsificando la sua firma - e mediante l'emissione di assegni, oltre a pagamenti di fatture tutte da verificare per circa centomila euro.

Le fatture sono state emesse per alcune prestazioni da un secondo avvocato, civilista, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti.

L'eredità di poco meno di 2 milioni di euro, al badante di nazionalità indiana era arrivata regolarmente da parte di un anziano che aveva accudito per anni. L'indiano poi è finito a processo con l'accusa di omicidio per aver accoltellato a morte due connazionali in strada a Firenze durante una lite, ed è stato assolto nel 2010 per incapacità di intendere e di volere, e trasferito all'ex opg di Montelupo Fiorentino (Firenze). Così che il legale, ricevuta la procura generale per effettuare atti di ordinaria amministrazione (come per esempio pagare tasse e imposte), avrebbe progressivamente potuto prosciugare il conto corrente.

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