STEFANO BROGIONI
Cronaca

Giallo al Galluzzo. Benzina killer nel furgone. Così è morto l’elettricista / VIDEO e FOTO

Fatale l’accensione di una sigaretta nell’abitacolo

Galluzzo, il corpo carbonizzato di un uomo trovato in un furgone (foto Germogli)

Galluzzo, il corpo carbonizzato di un uomo trovato in un furgone (foto Germogli)

Firenze, 22 aprile 2017 -  VAPORI, terribilmente infiammabili, della benzina contenuta nella tanica. I finestrini chiusi. La sigaretta. L’accendino o l’accendisigari come innesco. La vampata, le fiamme. L’auto che finisce fuori strada, la portiera bloccata dall’albero. In questa prigione atroce è morto giovedì mattina al Galluzzo l’elettricista Luciano Luti, 61 anni. Una tragedia. In cui il fato, beffardo, ci ha voluto mettere molto del suo, concatenando una serie di circostanze avverse che hanno impedito all’uomo di mettersi in salvo dal rogo sviluppatosi nell’abitacolo del suo furgoncino con cui si stava recando a lavoro.

DUNQUE, secondo l’ipotesi più probabile dopo i primi accertamenti condotti dalla squadra mobile, con l’ausilio dei vigili del fuoco, è la presenza della tanica di benzina (che Luti, secondo quanto ricostruito, avrebbe utilizzato per rifornire un attrezzo agricolo nella struttura ricettiva situata poco più avanti, in cui si stava recando) la causa scatenante di tutto ciò che è avvenuto dopo. Il combustibile, benché chiuso nel contenitore, esala infatti delle molecole che s’incendiano con facilità estrema. Ancor più pericolose in un ambiente ristretto come l’abitacolo di un veicolo. Luti, che era un fumatore, avrebbe fatto un gesto abituale: accendersi una sigaretta. Ignaro del pericolo che incombeva. Anche solo uno spiraglio del finestrino, avrebbe potuto abbattere il rischio d’innesco: invece, l’altra mattina, faceva pure freddo ed i finestrini del mezzo erano tutti chiusi, così come sono stati ritrovati. Con l’incendio che divampava, il 61enne sarebbe finito fuoristrada. E non è più riuscito a uscire. Destino avverso: la sigaretta, il finestrino chiuso, l’auto che s’incastra fra due alberi. L’autopsia, comunque, potrà confortare questa tesi: gli accertamenti disposti dal magistrato, infatti, potranno stabilire se l’elettricista fosse in vita quando è scoppiato l’incendio. Altrimenti, l’altra ipotesi è che il 61enne abbia avuto un malore e l’auto senza controllo sia finita fuori strada. Ma, a fronte di un impatto tutto sommato blando, mancherebbe, allo stato

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Ma, a fronte di un impatto tutto sommato blando, mancherebbe, allo stato, l’innesco del violento incendio. Di sicuro, la presenza della benzina a bordo ha scatenato un rogo davvero devastante. A questo, si aggiunge anche il lasso di tempo piuttosto lungo in cui le fiamme si sono potute sviluppare senza che nessun soccorritore intervenisse. La rapida ma capillare indagine della squadra mobile è servita anche a fugare ogni dubbio – per la verità inconsistente sin dall’inizio – su un’ipotesi diversa da quella dell’incidente. Nessun altro era a bordo del Doblò, e Luti era una persona per bene, lavoratore, marito e padre di due figli che sono accorsi, sgomenti e increduli, sul luogo del dramma, in via Silvani.

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